Non sono bastate le scuse. Le parole dell’ispettore Miur Max Bruschi, ‘postate’ su Facebook un paio di giorni fa, hanno lasciato il segno.
Ribadendo un concetto ormai cristallino, sulla indifferenza tra posti di diritto e posti di “potenziamento”, l’ispettore è andato sopra le righe. “Se è credente – ha scritto Bruschi il 19 agosto riferendosi ai presidi che avessero fatto confusione nell’allestire l’organico – , preghi, ma molto, che non sia uno dei ds che sarò chiamato a visitare per la valutazione. Perché è su queste “cure” che un ds mostra se è “buono/ no buono”. Non sulla ‘bigiotteria’”.
Tanti dirigenti scolastici non l’hanno presa bene: sui social e non solo, la frase è stata pesantemente criticata.
A stretto giro di posta, Bruschi ha posto le sue scuse. Sulla stessa pagina Facebook, inserendo una postilla, ha spiegato che si trattava solo di “una battuta. Che voleva essere tale, ma della quale alcuni ds hanno rilevato l’eccesso. Me ne scuso, ovviamente. Non voleva essere offensiva ma lo è stata. E in questi casi la colpa è sempre di chi le fa. Avevo pensato di toglierla. Ma ho ritenuto opportuno e giusto lasciarla e scusarmene”, ha spiegato l’ispettore.
Tutto finito, dunque? Nemmeno per idea. Alle proteste sulla rete, hanno fatto seguito lettere aperte e richieste formali ai sindacati perché prendessero posizione. Per centinaia di presidi, le esternazioni di Bruschi rappresentano un campanello d’allarme: sarebbero la riprova che i capi d’istituto sono nel “mirino” del Miur.
Sull’argomento, abbiamo intervistato Mario Rusconi, vice-presidente nazionale dell’Anp, il sindacato più rappresentativo dei dirigenti scolastici.
Rusconi, come giudica le parole di Bruschi?
Sono delle esternazioni molto gravi: un dirigente del Miur che minaccia dei “colleghi” esprimendosi in quei termini non è tollerabile. Ancora oggi moltissimi dirigenti ci stanno chiedendo spiegazioni e di prendere posizione. Anche perché dal suo intervento è trapelato una sorta di bullismo tra adulti, espresso in un contesto, quello scolastico, dove tutti si stanno adoperando per vincere questo genere di messaggi.
Però Bruschi si è scusato…
Evidentemente ha compreso la gravità di quanto esternato dopo le immediate rimostranze di chi si è sentito intimidito. Rimaniamo basiti, tra l’altro, che tutto ciò sia avvenuto tramite Facebook. La valutazione dei dirigenti scolastici è un argomento che riteniamo fondamentale, ma merita ben altri prosceni.
Qual è la protesta più ricorrente che avete colto tra i presidi rispetto al concetto dell’ispettore ministeriale?
Ci sono dei dirigenti che, legittimamente, ci stanno chiedendo se la valutazione del loro operato possa essere configurata in questi termini. Sanno bene che il processo avviato con la Buona Scuola non si riduce di certo ad una “bastonata” da sferrare nei loro confronti, ma un strumento che serve a migliorare il sistema scolastico. Come fa un dirigente del Miur a non saperlo e dire certe cose, tra l’altro in un ‘luogo’ inappropriato e con una forma fortemente individualistica?
Quindi pensate che le scuse di Bruschi non bastino?
Se la scuola avesse un suo Csm, non credo che il fatto si sarebbe risolto nel silenzio. Però dal ministro dell’Istruzione ci aspettiamo un intervento.
Di che genere?
Sarebbe bene che, alla luce di quanto accaduto, Giannini intervenga per formare in modo adeguato quelle persone che fanno parte dei comitati di valutazione dei dirigenti scolatici. È l’unico modo, secondo noi, per far capire a certa gente che per la verifica dell’operato non ci sono asce da tirare, ma solo pratiche da migliorare.
Ma con i presidi che non si dimostrano all’altezza, bisogna pur prendere dei provvedimenti?
Certo: esistono dei casi patologici, per fortuna pochi, che vanno combattuti. Ma non di certo con i proclami intimidatori. Tra l’altro, si vanno a prendere di mira i dirigenti scolastici, che nella scuola sono rimasti quasi gli unici a difendere la Legge 107/15. Lo ripetiamo: un intervento di quel genere poteva arrivare da altre parti, che hanno interesse a sminuire la figura e le responsabilità dei dirigenti scolastici, ma non da Viale Trastevere.
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