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Rusconi (Anp): presidi, docenti e Ata vanno valutati, basta con i micro aumenti a pioggia [INTERVISTA]

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L’11 aprile è stato assegnato il premio Romei 2019, promosso dall’Anp Lazio nell’ambito della decima edizione “Note di Merito”: il riconoscimento, dedicato al compianto studioso di organizzazione scolastica, è stato assegnato, nell’Istituto Pio IX di Roma, ad una serie di cittadini che si sono contraddistinti per impegno e professionalità e a giornalisti che hanno mostrato grande interesse per le problematiche della scuola. Inoltre, sono stati consegnati riconoscimenti a personalità del mondo della cultura per le attività rivolte ai giovani, oltre che borse di studio a studenti di scuola primaria, media e superiore e dell’università che hanno ottenuto risultati eccellenti. Ne abbiamo parlato con Mario Rusconi, presidente dell’Anp, che ha ideato e organizzato l’evento.

Rusconi, cosa vi ha spinto a creare un premio così particolare intitolato al professore Piero Romei?

Romei, scomparso 11 anni fa, è stato il più grande studioso di organizzazione scolastica. Per questo abbiamo creato ‘Note di merito’, perché secondo noi è importate valorizzare il merito: significa migliorare professionalmente. Soprattutto in questo momento che il merito sembra un fatto negato è un curriculum ottimo crea quasi imbarazzo. Come Anp ci è quindi sembrato opportuno ribadire l’importanza del merito. Anche a persone di altri sindacati, non ci interessa l’etichetta. Poi lo abbiamo esteso a personalità del giornalismo, della cultura e dell’università che hanno dedicato impegno nei riguardi della scuola e delle nuove generazioni. Come don Giulio Albanese, Sami Modiano, reduce della Shoah, il professor Villani che si è dedicato ai vaccini. E la stessa Daniela Girgenti, direttore editoriale della Tecnica della Scuola, una testata passata da cartacea a giornale on line, sempre sulla notizia e pronta a fare informazione, in modo scevro da impostazioni ideologiche, anche dando voce, con una sezione apposita, a chi ne dice di tutti i colori. La vostra linea editoriale è quella di realizzare un servizio per la scuola. E siccome le istituzioni soffrono, il vostro ruolo, come quello del sindacato, assume una certa importanza.

 Nella Pubblica amministrazione e nella scuola il merito ha spazio oppure anche dopo la Legge 107/15 ancora non si riesce ad instaurare?

La Legge 107 è stato un tentativo di mettere in risalto il merito di alcune persone, con tecniche probabilmente non molto efficaci. Però, da quello al nulla attuale ce ne passa. Se andiamo a vedere la letteratura scientifica straniera oppure esperienze di altre Paesi europei all’avanguardia, come la Finlandia, oppure fuori dall’Europa, come Singapore oppure Hong Kong, hanno tutti una grande attenzione per gli insegnanti più efficaci. Ciò non vuol dire che l’insegnante meno efficace debba essere messo da parte, ma va messo in condizione di migliorare. Solo che da noi questo non avviene. Un uomo non certo definibile di destra come Sabino Cassese ha sempre detto che dare aumenti a pioggia, tra l’altro irrisori e ridicoli come quelli dati agli insegnanti, non ha alcun significato. Perché, tra l’altro, deprime le persone in gamba e non motiva le persone più pigre. Allora, bisognerebbe avere il coraggio di dire che in Italia la prima emergenza nella scuola non sono i soldi, non sono le risorse, quelle ci sono anche a livello umano: la prima emergenza è un sistema di valutazione nazionale delle performance dei presidi, anzitutto, degli impiegati, completamente dimenticati, e degli insegnanti. Non possiamo avere solamente una valutazione, spesso pure abborracciata, degli studenti. La valutazione, in uno stato democratico, va fatta prima di tutto su chi ha le leve del potere: in questo caso sugli adulti della scuola.