L’Italia si appresta superare i 100mila casi di positività al Covid in un solo giorno. Anche l’attività scolastica sarà condizionata dall’esplosione di contagi: nei giorni scorsi, in condizioni meno difficili, 200 sindaci avevano chiesto di prolungare le vacanze natalizie. Alcuni di loro, come Clemente Mastella, hanno già detto che imporranno probabilmente dei giorni aggiuntivi di festività subito dopo la Befana. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha però messo subito le mani avanti: il diritto allo studio ha la priorità. Ma in quali condizioni si arriverà alla ripresa delle lezioni Molto difficili sostiene Mario Rusconi, presidente Anp Roma.
“La ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia si prospetta tutt’altro che semplice spiega il ds ad Adnkronos – : i Dirigenti e le segreterie sono subissati, in queste ore, da e-mail di casi di studenti, familiari, docenti o personale Ata infetti da Covid“, ha spiegato il ds ad Adnkronos.
“Organizzare la ripresa – dice Rusconi – diventa un problema quando manca il personale, mi riferisco a docenti o personale Ata, predisporre la Dad per gli alunni che dovranno rimanere a casa, ma soprattutto temiamo che la quarta ondata sia ancora all’inizio, così come riferiscono le fonti sanitarie accreditate”, considerando che l’apice dei contagi è previsto per metà gennaio.
In queste condizioni, continua il preside, “la ripresa non sarà delle più serene. Agli studenti e alle loro famiglie dobbiamo dare certezze e serenità, in queste condizioni non possiamo farlo”.
Anche Rusconi ritiene che il mancato tracciamento degli alunni laddove si sono registrati casi Covid in classe, in qualche modo ammesso anche dal Commissario straordinario all’emergenza Coronavirus Francesco Paolo Figliuolo, è una grave lacuna rispetto alla quale occorre porre rimedio.
“Purtroppo le Asl, stracolme di lavoro, hanno continuato a dare risposta alle nostre richieste dopo cinque-sei giorni allungando i tempi di permanenza degli studenti a casa. Si pensi poi – continua Rusconi -quando i casi di contagio in una classe sono avvenuti di seguito, le scuole hanno visto ritornare i ragazzi in classe dopo tre-quattro settimane. Per loro un grave danno sia sul piano didattico sia sul piano umano e personale”.
Secondo il sindacalista Anp Roma, dunque, “le precauzioni e i presidi all’interno delle scuole sono ferrei e funzionano, grazie al duro lavoro degli insegnanti, del personale Ata e dei dirigenti. Purtroppo all’esterno non è così. Continuano gli assembramenti per le strade, nei negozi, nelle diverse attività ricreative, tra la gente. I mezzi pubblici non sono aumentati e anche li la calca è sotto i nostri occhi. Gli edifici scolastici sono rimasti gli stessi e le classi pollaio non sono scomparse“.
“In conclusione – ha sostiene Rusconi – dagli amministratori arrivano grandi proclami, seguiti da scarsissimi fatti“.
Per il numero uno di Anp Roma, quindi, “da subito occorrerebbe creare uno screening serio per arrivare alla ripresa delle attività didattiche con una situazione chiara e soprattutto senza far ricadere sulla scuola decisioni che sono di pertinenza sanitaria. Un dirigente scolastico non è un medico, deve organizzare la scuola e il suo funzionamento, deve far rispettare le leggi e le norme”: il riferimento è alle decisioni che i capi d’istituto devono prendere a seguito dei contagi segnalati alle Asl ma senza che queste forniscano risposte.
“Al preside – continua il ds romano – e ai docenti non può essere chiesto di compiere azioni-decisioni che sono di pertinenza specifica sanitaria. La scuola educa e forma le generazioni non può sostituirsi in mansioni che non le corrispondono. Alla scuola va semplicemente lasciato il governo della didattica e della formazione degli studenti, le altre decisioni devono essere assunte dai decisori politici e dagli amministratori. Ai dirigenti si può esclusivamente demandare il compito di farle rispettare”.
Sulle risposte degli studenti, Rusconi ricorda che “a parte loro, ogni giorno a scuola sento e avverto sconcerto, disorientamento, confusione. Vivono l’incertezza divenuta quotidianità, il probabile come la norma, la confusione come la normalità”.
“I ragazzi – conclude il ds di Anp Roma – hanno bisogno di punti di riferimento chiari. Il Covid rimescola ogni momento le carte, ma se ci aggiungiamo anche l’indecisione umana purtroppo a questi studenti trasmettiamo soltanto il senso di precarietà”.
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