Studenti impegnati in una prova d'esame
A farsi carico delle possibili soluzioni per alleggerire la condizione degli studenti che devono affrontare gli esami di Sato il prossimo giugno, sotto stress per Covid-19 e per mancate lezioni, sono i presidi dell’Anp che suggeriscono di fare affrontare la prova ai ragazzi con una commissione composta dai soli membri interni.
Questo anche perché solo loro conoscono esattamente fin dove sono arrivati con i programmi e anche perché si tratterebbe di una valida misura di sicurezza contro gli spostamenti dei professori.
Fra l’altro, è assai probabile che la sospensione della didattica, prevista fino al 3 aprile, possa allungarsi almeno fino a dopo Pasqua, tornando così alla normalità il 14 aprile.
A questo proposito Il Messaggero ha chiesto a Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio, quale proposta è possibile fare relativamente agli esami: «Con i dirigenti scolastici stiamo valutando l’idea di chiedere al ministro solo commissioni interne. Avremmo così commissari che conoscono bene i loro studenti e i programmi effettivamente svolti, anche in queste settimane di didattica a distanza. Allo stesso tempo potremmo anche evitare tanti spostamenti, di tutti i commissari esterni che devono andare da una scuola all’altra».
Questa proposta dunque, se incontra l’approvazione del ministero soprattutto nel caso in cui l’emergenza non dovesse attenuarsi nelle prossime settimane per permettere ai ragazzi di tornare in classe, potrebbe essere una soluzione adottabile almeno per questo anno di emergenza.
Ma sul tappeto ci sono anche altre ipotesi, formulate in vari ambienti, come quella di basarsi sul solo scrutinio del secondo quadrimestre, come è già avvenuto in tempo di guerra (e non è una guerra questa contro un nemico subdolo e feroce come il virus?) oppure di spostare gli esami a luglio, come prima avveniva, o a settembre, nonostante gli ingolfamenti tecnici e burocratici che si potrebbero creare.
Del resto, nei casi di emergenza, come quella che stiamo vivendo, intervenire per salvare il salvabile, così come è stato fatto per le abilitazioni mediche, che sono state sospese per cui la semplice laurea è abilitante, non è affatto peregrino pensarlo e dunque adottarlo “ope legis”.
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