“La risoluzione é frutto della convergenza delle risoluzioni di PD-UDC e del PDL. Rispetto alla impostazione originaria abbiamo accolto l’invito alla riformulazione richiesto dal governo che mantiene comunque inalterato lo spirito e le richieste avanzate nel testo della risoluzione. Tuttavia, non potevamo non ritenere fondate alcune osservazioni e rassicurazioni fornite dal governo.
Infatti, se l’anno prossimo dovessero tenersi corsi di riconversione sul sostegno riguarderebbero un numero di docenti in esubero che andrebbe da un minimo di 1.200 unitá ad un massimo di 1.550.
Ovviamente, questi numeri sono molto lontani dalle 15.000 unità, di cui si parlava inizialmente, e sono facilmente riassorbibili dal costante aumento di richieste di servizio da parte delle famiglie. Come é noto, negli ultimi anni la richiesta si é accresciuta del 4,4% sul totale, al punto che ci sarebbero in atto oltre 7.000 docenti sul sostegno, soprattutto nel centro-nord, che insegnano senza titolo di specializzazione.
Inoltre, va detto che le oltre 23.000 immissioni in ruolo che si avranno il prossimo anno, libereranno verosimilmente alcune altre migliaia di posti che ci consentono di prevedere con buoni margini di sicurezza che nessun insegnante precario sul sostegno perderà il posto di lavoro.
Rispetto alla qualità dei corsi, che tanto ci preoccupa, ci conforta il concorso ed il coinvolgimento nella eventuale predisposizione degli stessi delle principali associazioni delle famiglie dei ragazzi e dei bambini con disabilità.
Insomma, siamo molto lontani dalla situazione iniziale in cui il ministero ed il ministro facevano tanta confusione sui numeri provocando parecchie preoccupazioni. Il tempo intercorso è dunque servito a trovare un buon punto di equilibrio.”
Il prossimo obiettivo, dice Russo è quello di elevare almeno fino ad 85% il tetto di posti stabili in organico.
“Secondo la legge, attualmente, i posti stabili in organico di diritto possono raggiungere un tetto pari al 70%. Noi crediamo che ci si debba sforzare di ridurre strutturalmente la quota di precarietà a non più del 15% dimezzandone, quindi, la portata attuale.”
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