Un momento della manifestazione per la pace a Roma, 5 marzo 2022. ANSA/CLAUDIO PERI
Il movimento per la pace italiano scenderà in piazza il prossimo 5 novembre a Roma. Più di 500 adesioni dal mondo dell’associazionismo, da sindacati e società civile. Sarà una giornata “apartitica”, hanno spiegato i promotori di Europe For Peace, presentando una piattaforma che avanza tre richieste:
Per l’occasione rilanciamo l’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
A seguire riportiamo le dichiarazioni dei sostenitori della pace presenti all’incontro organizzato dalla Tecnica della Scuola in occasione dell’apertura del conflitto in Ucraina.
“Pace non è assenza di conflitto – precisa stavolta Aluisi Tosolini, fondatore della rete di scuole per la pace – l’assenza di conflitto è un modo sbagliato di intendere la pace. I conflitti ci sono, ma vanno gestiti in modo non violento”. Ricordiamo che la Rete Nazionale delle Scuole di Pace oggi riunisce oltre 700 istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado presenti in tutte le regioni italiane.
Educare alla pace è difficile ma sempre più urgente. Le sfide poste dalla crisi e da un mondo in rapida trasformazione richiedono nuovi investimenti, nuove energie, nuove competenze, abilità e comportamenti coerenti. Per questo è necessario unire le forze e sviluppare una nuova “alleanza pedagogica” di tutti i soggetti responsabili. Con questa consapevolezza, insieme al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e alla Tavola della pace, sin dal 1995, abbiamo deciso di promuovere la costruzione di una Rete di scuole ed enti locali impegnati nell’educazione dei giovani alla pace, alla giustizia, alla cittadinanza, ai diritti umani e alla responsabilità.
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