“È importante spiegare agli alunni la portata storica del 4 novembre, giorno in cui si commemora la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Questa ricorrenza, dove si festeggiano anche le Forze Armate, deve essere un momento di coesione nazionale”.
Lo dichiara la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti che aggiunge: “Per una comprensione più profonda del grande sacrificio dei numerosi militari che persero la vita per la nostra Patria, sarebbe opportuno che le scuole organizzassero visite al Sacrario di Redipuglia”.
La dichiarazione non si discosta molto da quella di un anno fa quando la sottosegretaria aveva sottolineato anche che una visita al Sacrario “sarebbe un modo per capire davvero il significato di quella guerra e per auspicare la pace”.
Il nobile intento di Paola Frassinetti si scontra però con un dato di fatto di non poco conto.
Gli studenti delle scuole secondarie italiane sono circa 4 milioni.
Se facciamo l’ipotesi che anche solo il 10% delle scolaresche decida di accogliere l’invito della sottosegretaria, si parlerebbe comunque di 400mila studenti (e di qualche migliaio di docenti).
Calcoliamo poi che le giornate utili per la visita al Sacrario sarebbe non più di 150; questo vorrebbe dire avere poco meno di 3mila persone che da ottobre a maggio andrebbero ogni giorno a Redipuglia.
In pratica o tutti i giorni arriverebbero al Sacrario 50-60 pullman turistici.
Senza considerare gli aspetti organizzativi, dal momento che – forse – bisognerebbe anche prevedere ingressi scaglionati al monumento.
A questo punto sorge una domanda: ma Redipuglia potrebbe reggere un traffico del genere per 150 giorni all’anno?
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