Il fondo d’Istituto non è certo un pozzo di San Patrizio, dove si possa trovare una riserva misteriosa e sconfinata di ricchezze; al contrario, le risorse destinate per il funzionamento delle scuole e per il miglioramento dell’offerta formativa, sono talmente limitate che, se il governo continuerà ad attingerci per porre rimedio ai provvedimenti del blocco degli scatti di anzianità, nel giro di un paio di anni scolastici, arriveranno al completo azzeramento.
Ciò comporterebbe che, per fare funzionare le scuole, quello che prima molti docenti facevano, ricevendo un salario accessorio regolato dalla contrattazione d’Istituto, dovrà essere fatto a titolo volontario e gratuito. Un primo ingente taglio al FIS era stato attuato per l’anno scolastico 2012/2013, dove a livello nazionale era stato trattenuto dal Governo, per pagare gli scatti di anzianità del personale scolastico del 2011, tra il 30 e il 35% di queste risorse.
Questo taglio aveva già ridotto il FIS da una quota di un miliardo e 300 milioni di euro a circa 980 milioni di euro.
Per questo anno scolastico si continua a decurtare il FIS di un altro 40%, riducendolo a 520 milioni di euro, trovando così le probabili risorse per pagare gli scatti di anzianità del personale scolastico del 2012.
Bisogna anche sapere che questi tagli non sono una tantum; si tratta invece di tagli strutturali, in quanto gli scatti di anzianità vanno garantiti ogni anno. Quindi, nel giro di un biennio le scuole si ritrovano a contrattare le stesse incombenze, anche più gravose, con meno del 50% delle risorse economiche. È del tutto evidente, come avevamo già scritto in un altro articolo tempo fa, che ci stiamo indirizzando convintamente verso l’azzeramento del FIS.
A questo punto una domanda sorge spontanea: “Ma, dopo l’azzeramento del salario accessorio, si comincerà a ridurre anche quello ordinario?”
Se, come sembra, il Governo è intenzionato a prosciugare il fondo d’Istituto per pagare gli scatti 2012 e 2013, allora le risorse del fondo d’Istituto, già ridotte al lumicino, verranno esaurite completamente, e il salario del personale scolastico resterà solo quello ordinario, regolato dal Contratto collettivo nazionale della scuola.
Ma quando si arriverà al completo azzeramento delle risorse del FIS, come funzioneranno le scuole? Cosa farà il ministro dell’Istruzione? Lascerà le scuole nel caos amministrativo-gestionale o obbligherà il personale a lavorare gratuitamente, con forme di precettazione coatta? Forse bisognerebbe trovare risorse economiche fresche, in grado di superare quella che sta diventando un’emergenza reale.
Mentre ci poniamo queste domande, le scuole sono alle prese con l’avvio della contrattazione di istituto. Rsu e dirigenti sono molto preoccupati perché temono di non riuscire a pagare la gran mole di attività che è già stata svolta o è in fase di svolgimento.
Staremo a vedere se il Ministro Carrozza si attiverà per trovare risorse e per evitare che chi ha lavorato non venga retribuito.
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