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Salario e orario dei docenti tornino ad essere materia contrattuale

Ricordiamo dichiarazioni del responsabile del Miur, fatte convintamente questa primavera e che facevano pensare alla fine del massacro della scuola pubblica subito in questi anni.

Le dichiarazioni della Giannini hanno fatto credere che il saccheggio delle norme contrattuali, abrogate di fatto per via legislativa, non dovesse più continuare. Stiamo parlando di dichiarazioni del tipo: “il governo di cui faccio parte è il primo dal dopoguerra ad oggi che ha messo l’istruzione al centro dell’agenda politica” o ancora : “programmare nella scuola vuol dire poter predisporre di risorse finanziarie certe e adeguate: ho chiesto un impegno formale al Governo e lo ribadisco per poter reintegrare progressivamente il fondo Mof riportandolo alla capienza del 2011 di 1,5 miliardi” ed infine : “ c’è l’urgenza di avviare  la discussione sul rinnovo del contratto, partendo dalla valorizzazione della professione docente. Inoltre è pronto un Testo unico nuovo in materia di normativa scolastica per semplificare le regole, eliminare le contraddizioni e rimediare agli errori”. A distanza di 5 mesi da queste dichiarazioni la realtà dei fatti è tutt’altra.

Il MOF è ben lontano dal miliardo e mezzo auspicato dal ministro, senza contare che esiste ancora il blocco degli scatti di anzianità per l’anno 2013, che potrebbe incidere ancora più negativamente sulle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa. Non si parla più, almeno questa è la sensazione di chi segue la questione rinnovo del contratto della scuola, di aprire al riguardo un tavolo di confronto con i sindacati. Al contrario abbiamo assistito, durante queste vacanze estive, ad esternazioni del sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi, che lanciava la grande “provocazione” di aumentare, anche se su base volontaria e per via legislativa, l’orario di servizio settimanale dei docenti fino ad un massimo di 36 ore.

Del nuovo Testo unico, di cui ci sarebbe veramente bisogno, nessuno ne parla e non si conoscono i contenuti. Il regolamento del riordinamento delle classe di concorso langue nei cassetti di viale Trastevere e si procede con circolari transitorie e forse anche illegittime. Quello che sarebbe auspicabile, rispetto ad un’ incertezza e forse anche a timori di contestazioni, è che salario e orario dei docenti, ma anche organizzazione del lavoro tornino ad essere materia contrattuale. I sindacati si dicono pronti ad aprire il confronto già più volte auspicato dal ministro Stefania Giannini, ma adesso preoccupa il silenzio assordante del responsabile del Miur. Perché il ministro non parla più di rinnovo contrattuale e di confronto con i sindacati? Forse si pensa ad attuare qualche piano sulla scuola per via legislativa? Domande che meritano una pronta risposta da parte del ministro dell’Istruzione, soprattutto dopo le poco chiare dichiarazione del sottosegretario Reggi di questa estate.

Lucio Ficara

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