Sale l’interesse per gli scacchi: in Russia obbligatori alle elementari
Che la Russia fosse la capostipite del gioco degli scacchi non è una novità: chi non ricorda le interminabili finali del campionato del mondo, negli anni Ottanta, tra i campioni Karpov e Kasparov? Chi mai non ha sentito parlare della scuola russa scacchistica? Per cultura e tradizione questo gioco in Russia rappresenta più o meno quello che per noi può essere uno sport nazionale come il calcio: tanto che qualche giorno fa il ministro dell’istruzione, Andrei Fursenko, ha annunciato che dal 2008 il gioco degli scacchi potrebbe diventare una materia di studio obbligatoria nei primi tre anni delle scuole elementari. Che non si tratta di un’esternazione populistica lo garantiscono le descrizioni dettagliate che hanno seguito l’annuncio: il Ministro russo ha, infatti, spiegato che sta lavorando alla realizzazione di un progetto nazionale “che prevede due ore di lezione settimanali in prima elementare, che passeranno poi a tre al secondo e terzo anno di scuola. La materia – ha aggiunto – svolgerà un ruolo importante nel potenziamento delle capacità logiche e strategiche degli alunni”.
Ma perché gli scacchi dovrebbero essere introdotti a scuola? I motivi sono diversi. Innanzitutto negli ultimi anni è stato scientificamente dimostrato come lo studio dei movimenti delle pedine incide positivamente sullo sviluppo mentale, sulla formazione del carattere e anche della coscienza sociale. Favorisce, poi, lo sviluppo del pensiero, la fiducia nei propri mezzi, il rispetto delle opinioni degli interlocutori e l’accettazione del confronto.
In Italia da diversi anni l’attività di insegnamento degli scacchi viene svolta in molti istituti di ogni ordine e grado. Nel 1997 il Coni e il Ministero della Pubblica Istruzione realizzarono un protocollo d’intesa chiamato ‘Sport a Scuola–scacchi’: un’iniziativa avviata con il fine di permettere l’apprendimento della tecnica elementare del gioco, definito “un mezzo per facilitare la maturazione dello studente e per accelerare la crescita delle facoltà logiche, divertendolo nello stesso tempo. Chi pratica questa disciplina, in generale, acquisisce – si legge nel protocollo – una più profonda capacità di concentrazione e potenzia, senza sforzo, le caratteristiche elaborative del cervello con notevoli effetti benefici anche in altri campi, come l’organizzazione del proprio lavoro o l’apprendimento delle materie scolastiche”. Nel nostro Paese l’attività è, inoltre, supportata dalla Federazione Scacchistica Italiana (Fsi) che ha costituito al suo interno un settore Scuola Federale che fa capo ad una apposita “Commissione scacchi a scuola”.
La Federazione italiana ha anche predisposto un regolamento organico per “Istruttori, insegnamento e Scuola” che, oltre alla strutturazione dei vari gradi di istruttori federali, prevede l’aggiornamento e la formazione del personale docente, insegnanti di educazione fisica ed altri docenti, che viene inserito in un apposito “Elenco speciale insegnanti elementari di scacchi della Scuola pubblica”. Da ormai 15 anni consecutivi la Fsi organizza infine, a livello locale e nazionale, i Giochi Scacchistici Scolastici e Studenteschi.