Se il buongiorno si vede dal mattino per la scuola si annuncia uno degli autunni più turbolenti degli ultimi anni. Gli avvenimenti del due ottobre, iniziati con le proteste davanti al Miur dei coordinamenti del quartiere Casilino di Roma, che assieme ad una trentina di istituti hanno condotto sino a notte fonda il ‘no Gelmini day’, e degli specializzandi del IX ciclo Ssis, riuniti sotto l’Anief, per rivendicare la parità di trattamento rispetto agli altri precari, è servito a capire una cosa: Governo e contestatori (che insistono sulla cancellazioni di vari punti del dl 137, come la riduzione delle ore, la revisione delle classi di concorso ed il ritorno al maestro unico) rimangono molto distanti. Nelle posizioni, ma anche solo nella possibilità di trovare una forma di dialogo.
Le istante dei manifestanti, una fetta dei quali ha raggiunto il Ministero sobbarcandosi lunghi viaggi in nave, sono state subito ‘freddate’ dal Ministro Gelmini: “ci sono due Italie – ha detto l’avvocato bresciano – : quella che lavora, progetta e vuole essere pagata meglio. Poi ci sono piccole frange che preferiscono protestare e mantenere lo status quo: lasciamoli stare”. Poche parole per ribadire un concetto: il Governo non si sposta nemmeno di un millimetro dalle scelte già prese. Tutti, del resto, nella maggioranza remano dalla stessa parte: sempre il 2 ottobre il Presidente dalla Commissione Cultura alla Camera, Valentina Aprea, ha detto che la scelta di tornare al maestro unico non è stata solo economica, ma deriva anche da precise esigenze pedagogiche.
Una vera doccia fredda per i manifestanti che avevano appeso tanti striscioni sotto il dicastero dell’istruzione contenenti scritte significative come “Bambino modello Gelmini: dalle 13 alle 20 davanti alla Play Station” e “ No all’enteroGelmina che distrugge la flora scolastica”.
Non troppe rassicurazioni hanno anche ricevuto, nell’incontro al Ministero, nemmeno i rappresentanti Anief, che a loro volta avevano appesa fuori il Miur cartelli come “La Ssis è uguale per tutti” oppure “Laureato e abilitato per futuro disoccupato”. Per i sissini se le cose dovessero rimanere così, avrebbero davvero poche speranze di avere supplenze nel breve periodo. “Noi non molleremo fino a che – ha sottolineato il presidente Anief Marcello Pacifico – non verrà data una soluzione a questa ingiustizia che ci lascia in fondo alle graduatorie ad esaurimento”.
La strada per chi intende contrastare il decreto legge Gelmini rimane così ancora molto in salita. Per chi ancora non avesse bene interpretato il messaggio del Governo ci ha pensato direttamente il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a mettere le cose in chiaro: “se l’ oggi non funziona come dovrebbe – ha detto il Premier in un’affollata conferenza stampa, alla presenza dei Ministri Gelmini e Brunetta – la colpa è solo della sinistra e dei sindacati che hanno usato la scuola come ammortizzatore sociale riservando tanti stipendi da fame ai docenti”.
Berlusconi ha poi sottolineato che i docenti di ruolo non verranno coinvolti dai tagli agli organici: ”i leader dell’opposizione – ha detto il Premier – si sono inventati l’ennesima menzogna, la presunta cacciata di 87 mila docenti. Non c’è e non ci sarà nessuna cacciata”. E’ chiaro, quindi, che i tagli verranno ricavati da “pensionamenti e blocco del turn over”.
Il premier ha quindi presentato, assieme ai ministri Gelmini e Brunetta, alcune importanti novità per informatizzare il sistema scolastico: attraverso un investimento di 20 milioni di euro le scuole secondarie di primo grado saranno dotate di ben 10 mila lavagne interattive multimediali. Inoltre verranno assegnati pc portatili e fondi per acquisire contenuti digitali: a partire dal mese di dicembre 2008 si distribuiranno a 1.180 scuole (il 10% degli istituti scolastici principali). Nel mese di dicembre 2009 il progetto verrà attivato in 4.180 scuole (il 40% degli istituti scolastici principali). Le scuole potranno così sviluppare contenuti didattici digitali, fruirne in rete e utilizzare strumenti di collaborazione come blog, wiki e videoconferenze.
Sarà poi attivato un ‘mega’ progetto scuola-famiglia che prevede pagelle on-line, registro digitale, rilevazione assenze/presenze con comunicazione via cellulare o email, accesso in rete al fascicolo elettronico dello studente, prenotazione colloqui. Nel mese di dicembre 2009 il servizio sarà attivo in 4.000 scuole (il 40% del totale). Sarà infine possibile realizzare l’anagrafe scolastica nazionale ed anche potenziare la rete delle scuole attraverso la connessione al Sistema Pubblico di Connettività (Spc): connessioni veloci, sicure e affidabili, renderanno possibile sviluppare nuovi servizi per famiglie, studenti e docenti.
Tante lodevoli iniziative che non fermeranno però la protesta: il 3 ottobre davanti al Miur ci saranno i rappresentanti Unicobas che hanno anche indetto uno sciopero per tutta la giornata. Alla protesta si uniranno un centinaio di studenti riuniti attorno alla ‘sigla’ taglialagelmini.it: al grido di “Ricuciamo la scuola, tagliamo la Gelmini”, metteranno in campo una protesta singolare tagliando, armati di forbici, i vestiti a un manichino con le fattezze del Ministro: il giorno dopo in 100 città gli studenti, vicini alla sinistra giovanile, distribuiranno volantini e consegneranno forbici ai dirigenti scolastici, pregandoli di consegnarle al Ministro. E sabato, sempre a viale Trastevere, ci sarà la Rete degli studenti. Poi, da metà ottobre, toccherà alle altre contestazioni.
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