Il tentativo di Giuseppe Conte è naufragato alle 19 di domenica 27 maggio. Il docente di Diritto Privato ha gettato la spugna: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha posto il veto su Paolo Savona come ministro dell’Economia. Dopo che Conte ha rimesso l’incarico di formare il nuovo governo, Mattarella ha convocato per Carlo Cottarelli che dovrebbe guidare l’Italia a nuove elezioni (due date in ballo il 9 settembre o il 7 ottobre).
Cosa non cambia, in realtà, dovremmo scrivere. Tutto rimane come prima e anche se Cottarelli dovesse accettare di formare il governo difficilmente avrebbe la maggioranza parlamentare: rimarrebbe in vita per il disbrigo degli affari correnti senza possibilità di intervenire su alcuni questioni calde della scuola come ad esempio quella dei diplomati magistrale.
Nessun intervento di tipo politico, ma solo burocratico. Gli uffici scolastici saranno chiamati a valutare caso per caso in base alle sentenze sui vari ricorsi. Per martedì 29 maggio, invece, ci sarà una nuova mobilitazione.
Per quanto riguarda, invece, i due concorsi, quello per i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio e con quello per i docenti laureati con 24 CFU, non sono previste novità a breve. Nessun provvedimento governativo è atteso nel corso delle prossime settimane. Dunque, malgrado gli aspiranti stiano acquisendo i 24 CFU con significativo esborso di denaro, dovranno aspettare autunno inoltrato.
Nessuna novità, inoltre, sulla chiamata diretta e sulla sua possibile abolizione. Attesa anche sull’esito della trattativa per le utilizzazioni, ancora ferma al palo.
Sarà, probabilmente, un’estate di promesse elettorali, ma la macchina burocratica del Ministero dell’Istruzione andrà avanti: prima con i trasferimenti del personale docente, poi con gli esami di maturità, poi con le immissioni in ruolo e poi con le misure preparatorie all’inizio del nuovo anno scolastico.
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