Come selezionare i candidati che vogliono essere trasferiti nella tale scuola? La legge 107 prevedeva un colloquio, come quello agli esami di stato, da parte del preside che solo a conclusione avrebbe scelto o meno l’aspirante. Ora però questa prerogativa, alla vigilia dell’intesa tra ministero dell’istruzione e sindacati, non c’è più.
In alternativa, scrive Italia Oggi, e in attesa dell’incontro tra Miur e sindacati, si potrebbe, ma è difficile, applicare la chiamata diretta, utilizzando i criteri del dirigente e sulla base della sue priorità.
Se viene scelta invece la sequenza contrattuale, come appare assai probabile, avrà la priorità la valutazione dei titoli, per rendere il meno discrezionale possibile la scelta dell’insegnante da parre sempre del dirigente.
Ipotesi in ogni caso oggetto di trattativa coi sindacati, anche se la legge è legge a cui il contratto non può derogare. Insomma, il colloquio è sempre possibile ma affidato alla scelta del dirigente che dovrebbe decidere anche in quale fase della procedura definita contrattualmente inserirlo.
Resta comunque in sospeso la quasi certezza della via giudiziari, considerando la contrapposizione fra le legge 107 e la sequenza contrattuale.
La procedura tratteggiata dal Miu, precisa Italia Oggi, prevede che entro fine agosto la scuola pubblichi un avviso per la copertura di x numero di cattedre, avviso che indicherà anche i requisiti di selezione. Questi servono a chiamare le candidatura dei docenti utili in base al profilo dell’istituto scolastico.
Il preside analizza i curricula pervenuti in base ai requisiti professionali e la loro corrispondenza a quelli indicati nel bando. Gli indicatori sono riferiti a tre macro-aree: competenze digitali, lingue straniere, disabilità e bisogni educativi speciali. Sulla base del numero dei requisiti/indicatori posseduti si stila una graduatoria dei candidati. A parità di posizionamento, prevale il punteggio che il candidato ha in termini di mobilità. Difficile inserire in questo iter il colloquio.
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Il docente non chiamato dal dirigente sarà assegnato dalla direzione scolastica regionale a un istituto in base al punteggio utile per la mobilità. L’incarico proposto dal preside potrà essere rifiutato dal candidato solo se questi ha ottenuto proposta da altra scuola.
La sequenza in discussione avrà validità di un anno, nel 2017 andrà fatto un nuovo accordo, con gli eventuali correttivi del caso.
C’è ancora uno scoglio da superare nelle trattative che vanno avanti in queste ore, e riguarda la gradazione dei requisiti: il dicastero guidato da Stefania Giannini tiene il punto perché sia lasciata al dirigente la discrezionalità sulle priorità da assegnare ai requisiti, convinto che questo serva a rintracciare il profilo migliore rispetto a quello richiesto.
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