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Salta in Calabria il ricorso alla Consulta

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I docenti calabresi sono indignati per l’atteggiamento del Consiglio regionale, anche se forse male hanno fatto a fidarsi di una classe politica regionale che non sembra brillare per coerenza e responsabilità.

La situazione politica calabrese non è delle più limpide. La regione Calabria  esce da poco  dallo scandalo “Erga Omnes” sulla rimborsopoli calabrese. Un’indagine in cui è emerso uno squallido spaccato di una classe politica indecente e lontana dai problemi della gente. Il Presidente della regione Calabria, Mario Oliverio del partito democratico, ha cercato di restituire onorabilità a questa classe politica , varando, lo scorso luglio, un nuovo esecutivo. Nonostante tutto, la Calabria resta una regione in cui i problemi economici e sociali si acuiscono e non sono per nulla governati.
Eppure i docenti calabresi, organizzati in comitati e sostenuti dai sindacati scuola, hanno creduto alla possibilità politica che il Consiglio regionale della Calabria votasse un ordine del giorno sulla incostituzionalità della legge 107/2015. Invece il Consiglio regionale della Calabria, riunitosi a Reggio Calabria nel pomeriggio di oggi, ha deciso di rinviare al prossimo 17 settembre la discussione sulla riforma della scuola del Governo Renzi (ma a questo punto la discussione la scia il tempo che trova perchè il termine per presentare ricorso alla consulta scade il 13 settembre).
I docenti calabresi, a cui era stato garantita la discussione di questo delicato punto all’ordine del giorno, nella seduta odierna, si sono riuniti davanti al Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, dove c’erano anche alcune sigle sindacali come Flc Cgil , Gilda FGU, Usb, per intervenire con delegazioni all’interno dell’aula in cui si svolgeva il Consiglio regionale. Nessuna delegazione è stata ricevuta, nemmeno le rappresentanze sindacali sono state autorizzate ad intervenire sulla delicata questione.
Ad un certo punto è giunta la notizia che l’ordine del giorno sulla illegittimità costituzionale della legge  della Buona Scuola è stato rinviato alla data del 17 settembre, in quanto altrimenti sarebbe stato respinto dalla maggioranza del Consiglio. Ovviamente queste sono notizie, tutte da verificare, che comunque circolavano tra i docenti che manifestavano all’esterno del palazzo della Regione. La notizia ha creato indignazione tra i docenti che venivano da tutte le province calabresi, che hanno visto vanificare i loro sforzi.
A quanto pare la maggioranza del Consiglio regionale e in particolare il Presidente Oliverio, sembra abbia preso la strada di non volere entrare  in questioni che riguardano il governo centrale e non sono di competenza della Regione. La delusione dei manifestanti è palpabile e si legge nei loro visi una forte contrarietà per l’atteggiamento assunto dal Consiglio regionale. Domani nei Collegi dei docenti di tutta la Calabria non si parlerà di altro: “Il partito democratico calabrese e il Presidente Mario Oliverio sono favorevoli alla legge sulla Buona Scuola ed ignora il grido di dolore degli insegnanti calabresi, che ritengono  questa legge, iniqua, incostituzionale e vessatoria nei confronti del ruolo docente”.
Attendiamo di ascoltare le dichiarazioni ufficiali del Presidente della Regione Calabria, per capire le ragioni di questo atteggiamento ostile verso gli insegnanti calabresi.