Ormai la proclamazione degli scioperi nei comparti pubblici e nel settore della scuola sta diventando un sottile e complicato gioco di numeri e di date.
La regola della “rarefazione oggettiva” che non consente scioperi ravvicinati ha indotto la Commissione di Garanzia a mettere in discussione lo sciopero proclamato dalla Cgil (Flc e Funzione pubblica) per il 25 marzo prossimo.
La data decisa dal sindacato di Susanna Camusso è stata considerata dagli organismi di controllo troppo a ridosso con il 1° aprile, giorno scelto dall’Usb per uno sciopero generale.
Nei prossimi giorni Flc e Cgil FP dovranno rendere nota la propria decisione in merito e cioè dovranno indicare una nuova data.
Il fatto è che scegliere il giorno giusto non sarà facile: la prima data utile potrebbe essere il 9 marzo (un sabato), ma dall’11 in avanti sarà di nuovo impossibile trovare una data utile in quanto il 15 è già programmato un altro sciopero generale di Cub e Slai Cobas.
E dopo il 15 si arriva a Pasqua e, così risulterà di fatto impossibile proclamare una giornata di sciopero nel mese di aprile.
Se ne potrà riparlare forse nel mese di maggio, ma è necessario che la Flc si affretti a prendere una decisione, perché i Cobas sono già pronti per dichiarare l’astensione dal lavoro per i giorni intorno al 10 maggio, quando nelle scuole dovrebbe essere somministrate agli alunni le prove Invalsi.
Resta intanto da vedere che cosa deciderà la confederazione generale: proprio in queste ore, infatti, Susanna Camusso ha chiesto al proprio direttivo di avere il mandato per la proclamazione di uno sciopero nazionale di tutte le categorie pubbliche e private.