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Salute, istruzione e felicità: le tre parole dell’umanità

Il Corriere della Sera pubblica i risultati dell’indagine Bli per il quale sono ai primi posti salute, istruzione e felicità quasi ovunque, anche se reddito e sicurezza sono considerati più importanti nelle aree più povere.

Il Better Life Index (Bli) si basa su un indice della qualità della vita costruito su 11 domini e applicato a 36 Paesi, per cui non è un affidabile campione statistico, visto che, come sottolinea il Corriere, il 60% dei rispondenti ha meno di 35 anni e che si tratta di persone che conoscono il pc.

In ogni caso a differenza di altri indicatori di progresso, il Bli consente di costruirsi la propria scala di valori: a ciascun dominio si può attribuire un peso variabile da uno a cinque. Così, mentre la classifica che si ottiene attribuendo a tutti i domini lo stesso peso vede ai primi posti (in ordine discendente) Australia, Norvegia e Svezia e agli ultimi Grecia, Messico e Turchia, con l’Italia al 22° posto, la classifica che valorizza al massimo la situazione sanitaria vede al secondo e al terzo posto Canada e Svizzera, all’ultimo la Russia, con l’Italia al 21°. Se invece si valorizza il reddito monetario, gli Stati Uniti sono al primo posto e l’Italia al 20°.

In tre anni, il Bli ha avuto 4,4 milioni di visite da 184 Paesi, e quasi 70mila visitatori hanno registrato le loro preferenze, e l’ultimo risultato registra che al primo posto c’è la soddisfazione complessiva per la propria vita, seguita da salute, educazione ed equilibrio tra tempi di lavoro e altri tempi di vita. Agli ultimi, l’impegno civico e le relazioni sociali, ma anche il reddito monetario.

Il Bli di recente ha introdotto due ulteriori mappe interattive. La prima è una disaggregazione del benessere su base regionale, con confronti internazionali. Vi si scopre, per esempio, che il Lazio ha condizioni di qualità della vita paragonabile alla regione di Madrid, mentre la Lombardia si può confrontare con l’Alsazia, la Carinzia o la coreana Jeolia.

Ovunque nel mondo, la soddisfazione individuale, la salute e l’istruzione prevalgono. Fanno eccezione alcuni Paesi come l’Iran, che vede al primo posto il lavoro e al secondo il reddito monetario, mentre i rispondenti dei Paesi più poveri attribuiscono maggiore importanza alla sicurezza e al reddito. L’occupazione è importante, ma in molti Paesi (soprattutto nell’Africa subsahariana) si attribuisce più importanza all’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro. Nel complesso, le differenze nelle priorità non sembrano enormi. 

Pasquale Almirante

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