Ci sono aggiornamenti sulla vicenda relativa ai due studenti di un liceo di Roma che si sono fatti fotografare in classe mentre facevano il saluto romano con la maglia nera, davanti ad uno striscione, candidati alla rappresentanza dell’istituto.
I due, come riporta La Repubblica, sono stati puniti per il gesto. Dovranno restare dieci giorni a casa, fare lavori socialmente utili a scuola, leggere “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, “Il garofano rosso” di Elio Vittorini e “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola. E soprattutto ascoltare un intervento dello scrittore censurato dalla Rai il 25 aprile, Antonio Scurati, su “Fascismo e populismo”.
A deciderle sono stati il consiglio d’istituto e i docenti della scuola venerdì scorso. Solo ieri ai due giovani è arrivato il provvedimento: dovranno stare a casa dal 4 al 15 novembre, aiutare nella catalogazione dei libri della biblioteca e nelle operazioni di inventario della scuola, supportare il professore di Scienze motorie nel disegnare le linee del campo di pallavolo e soprattutto dovranno portare avanti un progetto speciale di storia.
Intanto, però, uno dei due ragazzi è stato eletto rappresentante d’istituto. Quando il 23 ottobre la dirigente scolastica ha convocato entrambi insieme alle famiglie, avevano però garantito che in caso di vittoria si sarebbero dimessi. Quello che contestano ora le realtà studentesche di sinistra è che pur rinunciando alla carica, il seggio non passerebbe a un’altra lista.
I due alunni si sono giustificati dicendo che si trattava di una goliardata.
Si è trattato di un vero e proprio caso: la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, Anna Paola Sabatini, aveva espresso “la più ferma condanna” dopo essere venuta a conoscenza del gesto. “L’atto di riprodurre simboli che richiamano ideologie di odio e intolleranza è inaccettabile, specialmente quando avviene all’interno di un ambiente educativo.
“La scuola – ha spiegato Sabatini all’ANSA – è un luogo sacro per l’apprendimento e la crescita personale, un luogo dove devono essere promossi i valori di rispetto, inclusione e convivenza pacifica. È particolarmente preoccupante che questo evento sia accaduto, verosimilmente, durante l’orario scolastico. Questo comportamento non solo è contrario ai principi educativi che ci impegniamo a trasmettere ai nostri studenti, ma mina l’immagine della comunità scolastica aderente ai valori della nostra Costituzione”.
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