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Saluto romano nella foto ricordo degli ex alunni di un liceo premiato dalla Comunità Ebraica, il preside: “Possibili azioni legali”

Un gesto completamente fuori luogo e assolutamente da condannare quello di alcuni ex studenti del liceo San Giuseppe de Merode, che ha alzato un polverone. Questi ultimi, lo scorso 8 dicembre, come riporta La Repubblica si sono riuniti davanti all’ingresso della loro scuola per fare una foto ricordo.

Fin qui nulla di strano, se non fosse che i tredici ex alunni abbiano posato tutti quanti facendo il saluto romano, per giunta con fierezza. Non contenti, evidentemente fieri di quella che magari considerano una semplice “goliardata” e che invece è qualcosa di molto serio, i membri del gruppetto hanno fatto circolare l’immagine, che è rimbalzata ovunque, scatenando scalpore.

Un’azione che avrà delle conseguenze

La scuola, il De Merode, è uno dei licei più prestigiosi della Capitale, frequentato dai figli della Roma bene. L’istituto, ogni 8 dicembre, festività dell’Immacolata Concezione e giorno in cui, appunto, è stata scattata la foto incriminata, è noto per aprire le porte ai suoi ex allievi per la messa del mattino. I ragazzi si riuniscono prima all’interno dell’istituto per poi spostarsi tutti assieme, verso piazza di Spagna per assistere alla venerazione del Papa per la madonnina dell’Immacolata.

I tredici ex studenti quindi, prima di incontrare il Papa, hanno compiuto questo gesto ignobile, da cui il dirigente scolastico Alessandro Cacciotti si dissocia: “Il San Giuseppe De Merode stigmatizza con indignazione la foto dei ragazzi, che non sono più suoi alunni, fatta davanti al suo edificio e si dissocia completamente dall’ideologia fascista. L’Istituto è ‘House of Life’ e un suo direttore ha inscritto il suo nome tra i ‘Giusti delle Nazioni’. Diffidiamo gli autori affinché rimuovano la foto, ci riserviamo di portare avanti eventuali azioni legali”, queste le sue parole.

La storia della scuola

La scuola non è, appunto, una scuola come tante; l’istituto è stato insignito nel 2017 dalla fondazione ebraica International Raul Wallenberg con una targa commemorativa e di riconoscimento come “Casa di vita”. Durante la seconda guerra mondiale l’allora direttore Sigismondo Ugo Barbano salvò 40 ebrei perseguitati dai nazisti. Insomma, si tratta di un’istituzione che negli anni si è distinta contro l’antisemitismo. Per questo il gesto, legato all’ideologia nazista e fascista, fa ancora più risonanza.

Redazione

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