Gent.mo Presidente Giani,
Le scriviamo per avere l’opportunità di mettere nero su bianco le nostre difficoltà, le difficoltà dei nostri ragazzi e del mondo scolastico tutto.
Comprendiamo la necessità di dare la priorità alla tutela della salute, in questo momento storico così drammatico. Ma crediamo anche che, dopo un anno di duri sacrifici, sia giunto il momento di tutelare al massimo anche il diritto all’istruzione. Siamo un Paese civile dalle lunghe tradizioni democratiche, dobbiamo fare uno scatto di onestà intellettuale, per il bene dei nostri giovani.
Siamo così sicuri che la scuola debba chiudere per prima ogni qualvolta si presenti un inasprimento dei contagi?
Siamo così sicuri che sia la strada migliore per ottenere risultati concreti?
La scuola ha avuto tempo e modo di far tesoro del primo lockdown e di reagire, durante l’estate, con il duro lavoro di Dirigenti scolastici, insegnanti e personale non docente, creando ambienti quanto più sicuri, protocolli seri ed efficaci, che poi sono stati seguiti ed attuati dai nostri piccoli e grandi eroi.
Stiamo parlando di quelle testine che adesso vediamo nel freddo schermo di un pc e quelle stesse testine che, quando è stata data loro l’opportunità di essere a scuola, sono state diligentemente sedute al banco, indossando per 5 ore la mascherina, uscendo scaglionati e in rigide file, soddisfacendo comunque la loro necessità di conoscenza e la loro naturale fame di relazioni umane, alla base del loro sviluppo cognitivo.
Noi, come genitori e cittadini, non vogliamo sacrificare il diritto alla salute. Sappiamo che sia la priorità. Ma il perdurare dell’emergenza ci obbliga a tutelare anche la salute mentale dei nostri ragazzi, che si meritano quanto più possiamo garantire loro in termini di diritto all’istruzione.
Come genitori facciamo anche un mea culpa per gli strappi alle regole che vengono praticati: lo vediamo nei parchi e nelle case, dove i contatti non vengono bloccati. E per chi da un anno segue le regole, ci creda, fa male vedere le scuole chiuse con contestuali assembramenti indiscriminati sotto agli occhi di tutti, Istituzioni e Forze dell’Ordine comprese. Se questo è quello che vediamo alla luce del sole, figuriamoci cosa avviene nei meandri privati.
E dunque, vogliamo davvero nascondere la testa sotto alla sabbia ed intervenire chiudendo la scuola indiscriminatamente? Non possiamo provare a mettere in atto interventi più mirati nei territori?
Possiamo salvaguardare l’attività scolastica di quei territori in cui i coefficienti di contagio sono sotto il livello di guardia? Indipendentemente da quelli del capoluogo di provincia o dai coefficenti matematici.
D’altro canto Presidente gli spostamenti sono limitati e contingentati e la popolazione scolastica rimane in un “circuito chiuso” quasi a sè, specialmente alla primaria e alla secondaria di primo grado.
E poi, Presidente, la didattica a distanza, oltre ad avere conseguenze sui ragazzi, è una condanna per i genitori, che perdono la loro dignità di lavoratori, in un momento drammatico per il mondo del lavoro. A questo proposito, abbiamo apprezzato la presenza del Presidente del Parlamento degli Studenti nel Ceps, il Comitato per l’emergenza e la prevenzione scolastica, ma notiamo anche la totale mancanza di un rappresentante dei genitori.
Noi siamo consapevoli che Lei abbia chiaro quanto Le abbiamo esposto. Noi, da parte nostra, siamo consapevoli che la campagna vaccinale proceda purtroppo con ritmi al di sotto delle aspettative. E visto che attualmente, siamo circa al 70% di vaccinazioni nella scuola, ci domandiamo perché non si possa tentare di tutelare con più convinzione il diritto all’istruzione.
Siamo disponibili al sacrificio, per tutelare figli, famiglie e popolazione fragile, per il rispetto che dobbiamo ai nostri sanitari, per uscire davvero da questa crisi. Ma Le chiediamo che non sia un sacrificio indiscriminato.
Le chiediamo di mettersi nei nostri panni e di cercare di salvare il più possibile la nostra scuola e la crescita dei nostri ragazzi. Ogni venerdì L’aspetta una decisione difficile, una presa di responsabilità sovrumana. Si ricordi che ogni venerdì, le Sue decisioni influiscono sul destino di alunni e studenti toscani, che hanno già pagato e continuano a pagare per le colpe di altri.
Vogliamo credere di poter offrire ai nostri figli un mondo più giusto, un mondo responsabile e onesto intellettualmente. Questa sarebbe una vera rivoluzione e ognuno di noi può aspirare ad esserne protagonista.
Grazie per la Sua attenzione.
Un gruppo di genitori toscani
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