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Salvini attacca Azzolina: è inadatta, a settembre non pensi di fare scuola in classe solo metà settimana

L’alleanza tra M5S e Lega si è interrotta la scorsa estate: a distanza di dieci mesi, i rapporti sono ulteriormente peggiorati. Tanto che il Carroccio è diventato il partito d’opposizione più agguerrito contro i “grillini” e l’intero Governo Conte Bis. Con la scuola che risulta tra i pensieri più frequenti dei politici leghisti. Con in testa il leader Matteo Salvini, il cui “bersaglio” preferito sembra essere diventato da alcune settimane la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

“Un ministro inadatto”

Salvini è tornato sul possibile ritorno in classe ben prima di settembre, già espresso qualche giorno fa. “È chiaro – ha detto il segretario della Lega parlando a Rtl 102.5 – che nel delirio della pandemia nessuno era così matto da proporre le riaperture, ma tutta Europa ha già riaperto da maggio tutte le scuole, asili compresi, 10 massimo 15 bambini per classe e sono ripartiti. In Italia ci siamo fermati a parlare del plexiglass con un ministro assolutamente inadatto, che se facesse la maturità, non pensavo passerebbe l’esame, abbiamo chiesto di stabilizzare almeno 30.00 insegnanti che vanno in pensione quest’anno e anche per questo nel decreto non c’è un euro per le assunzioni degli insegnati, ditemi voi”.

Salvini ha aggiunto che “sulla base dei dati scientifici, avremmo potuto aprire, anche in linea con tutti gli altri già alla fine di maggio”. Basta dire, ha ricordato il leader della Lega, che “la Francia, che ha avuto i nostri stessi problemi, la prossima settimana riapre con frequenza obbligatoria”.

La scuola è in presenza

“E’ ovvio che – ha aggiunto Salvini – siamo a metà giugno e non si può tornare indietro, ma da genitore quello che non accetto è che la commissione sia venuta in aula a dirci che prima di agosto, insegnanti genitori e studenti non sapranno quando si riapre, in quanti per classe e con quale presenza fisica”.

“Io – ha continuano – non sono disposto ad accettare, faremo le barricate, il fatto che i bimbi per metà settimana rischino di restare a casa, perché la scuola per i bimbi più piccoli è presenza, è vicinanza, è sorriso della maestra, è dare la manina al compagno di banco”.

La conclusione di Salvini sembra una dichiarazione di battaglia sicura: “il divisorio in plexiglass, la didattica a distanza e la scuola per metà a casa, per quel che mi riguarda, mi troveranno come un oppositore estremo”, ha concluso.

Alessandro Giuliani

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