Il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini si dice credente, difensore della storia italiana e delle scuole cattoliche. Lo fa a ‘Non è l’Arena’, su La7, il 19 maggio, commentando indirettamente le parole del cardinale Parolin, che aveva a sua volta giudicato l’ostentazione di Salvini dei simboli cristiani durante la manifestazione con i leader sovranisti svolta il giorno prima a Milano in una marea di bandiere azzurre e tricolori.
“Sono l’ultimo dei buoni cristiani – ha detto Salvini durante la puntata domenicale -: sono divorziato, sono peccatore, dico le parolacce, vado a messa tre volte l’anno. Ma difendo la nostra storia, l’esistenza delle scuole cattoliche. Non so se sono un buon cattolico ma sono un uomo felice e chiedo rispetto. Se credo in Dio e chiedo la protezione di Maria, dà fastidio a qualcuno?”.
A chi gli chiedeva un commento diretto sulla vicenda, il vicepremier ha replicato: “Parlo poco e lavoro tanto. Non commento le parole dei cardinali e di Di Maio”.
Nella stessa giornata, a Sassuolo, sempre Salvini si è detto “orgoglioso di andare in giro col rosario sempre in tasca.Noi stiamo garantendo più sicurezza agli italiani. Io sono credente, mio dovere è salvare vite e svegliare coscienze”.
Proprio sabato, però, lo stesso papa Francesco, incontrando la Stampa Estera, aveva avvertito che “il Mediterraneo si sta convertendo in cimitero”.
Salvini già in passato era stato attaccato per episodi simili in campagna elettorale. “Dio è di tutti – ha detto il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin – Invocarlo per se stessi è sempre molto pericoloso”.
In piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, Parolin ha incontrato le comunità di migranti in occasione della tradizionale Festa dei Popoli: nell’occasione ha invitato a “fare attenzione a non lasciarsi andare all’indifferenza, alla tentazione della non conoscenza e soprattutto la tentazione di volerci rinchiudere nelle nostre sicurezze”.
“Anche semplicemente ignorare il nostro vicino – ha sottolineato il cardinale – è il primo passo per spegnere la carità che è in noi”.
Famiglia Cristiana attacca Salvini, parlando di “sovranismo feticista” che mette in scena “l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani”.
Quei “simboli della cristianità utilizzati come amuleti, con quell’uso così feticistico della fede – continua Famiglia Cristiana -, serve a coprire come una fragile foglia di fico gli effetti del decreto sicurezza, che ha istituito addirittura con delle sanzioni per chi soccorre il ‘reato di umanità’ e ha scaricato per strada uomini donne e bambini già inseriti nei programmi di integrazione, rendendoli privi di diritti civili”.
E ancora: “Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo, un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza”, si legge ancora su Famiglia Cristiana, con riferimento alla Sea Watch da due giorni ferma al largo di Lampedusa e al documento dell’Onu contro le norme volute dal ministro a capo del Viminale.
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