Esplode la polemica sulla sospensione della docente Rosa Maria Dell’Aria, 63 anni, docente di Italiano all’istituto industriale Vittorio Emanuele III, che è stata stata sospesa per 15 giorni dall’ufficio scolastico provinciale dopo che i suoi studenti hanno realizzato un video in cui hanno accostato il decreto sicurezza del ministro Salvini alle leggi razziali del 1938.
“Quanto accaduto lo considero la più grande amarezza e la più grande ferita della mia vita professionale e naturalmente non parlo del danno economico legato ai giorni di sospensione ma al danno morale e professionale dopo una intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi”, ha detto molto delusa la professoressa Dell’Aria.
La vicenda per il sindacato Anief “è un brutto salto indietro in un passato che, purtroppo, non è evidentemente ancora stato superato del tutto”.
L’Usb esprime “la propria totale vicinanza alla docente sanzionata per aver semplicemente svolto il suo ruolo di insegnante e non aver limitato la libertà di espressione dei propri alunni, che avevano operato, utilizzando un articolo presente in rete di un noto giornalista italiano, un legittimo accostamento tra il decreto sicurezza e le leggi razziali durante la celebrazione del Giorno della Memoria”.
Anche Francesca Bellia, segretario generale Cisl Scuola Sicilia, è dell’idea che “il provvedimento disciplinare debba essere ritirato, perchè per noi lede i principi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione». E secondo la Bellia «scelte come queste rischiano solo di scatenare un clima di tensione all’interno del sistema scolastico”.
Secondo il senatore e segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone, “la libertà di opinione degli studenti, e anche il solo fatto di ritenere le norme sull’immigrazione del decreto Salvini tanto disumane quanto le leggi razziali, non può essere un reato, certamente non lo è, per Costituzione. È un reato impedire la critica, che è un diritto sacrosanto in una democrazia. Ancor più grave è se, per censurare i legittimi punti di vista, si mette in moto una sorta di macchina della paura, dell’intimidazione, con il Miur che sospende un’insegnante per una fantomatica omessa vigilanza sugli studenti e con la Digos che entra nelle classi per interrogare i ragazzi”.