Il ritorno dell’educazione civica in tutte le classi scolastiche è anche una risposta alle ideologie sbagliate e alla mancanza di educazione, oltre che uno strumento per tutelare i propri diritti, da non fare calpestare agli stranieri irrispettosi. A pensarla così è il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, intervenuto il 25 aprile a Caltanissetta, in piazza Garibaldi, dove è arrivato per sostenere la candidatura a sindaco di Oscar Aiello, rispondendo a un gruppo di contestatori che lo ha accolto al grido di “vergogna” e cantando “Bella ciao”.
Il vicepresidente del Consiglio è stato interrotto più volte dai cori dei contestatori: “Uno che crede nel comunismo nel 2019, va abbracciato come un panda”, ha sottolineato.
“Saluto i comunisti che stanno contestando e ricordo che istituiremo di nuovo l’educazione civica nelle scuole. Se voi amate i clandestini ci lasciate il conto corrente e li mantenete voi”, ha detto ancora Salvini durante il comizio.
Poi ha argomentato il concetto: “Prima vengono i cittadini italiani e poi tutto il mondo. I fenomeni direbbero razzismo, egoismo, eh no buon senso. Secondo voi se ho un pezzo di pane lo do a mio figlio o vado a bussare dal vicino e lo do al figlio del vicino?”.
“Ora e per sempre resistenza” hanno gridato dal pubblico. Salvini ha quindi concluso il discorso dicendo che “non si distinguono le persone sulla base del colore della pelle. Ma apro la porta di casa mia solo a chi ha rispetto per le mie tradizioni. Se non ti piace il Natale, e non ti piacciono le nostre tradizioni te ne torni a casa. Una cultura come quella islamica che manda la donna in giro con il velo per me può tornare a casa. Perché se la donna non viene rispettata come l’uomo non ti concedo neanche un metro di spazio”.
Nello stesso giorno, a Monreale, in provincia di Palermo, una decina di persone che indossavano una maglia bianca con la scritta ‘Padania is not Sicily-800a’, hanno contestato il vice premier al suo arrivo dove ha tenuto un comizio elettorale.
Concludendo il suo intervento dal palco, Salvini ha detto: “Ringrazio i dieci simpatici ragazzi che hanno passato il pomeriggio fischiando, buona festa della Liberazione a voi. E vi regaliamo pane, nutella e un libro di Saviano”.
Tra i commentatori delle posizioni di Matteo Salvini, c’è stato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
In un’intervista a La Repubblica, il premier parlando di Salvini, ha detto: “non rispondo delle sue scelte. Per me non è il giorno in cui è prevalsa una ideologia rispetto a un’altra, una fazione politica rispetto a un’altra. È il giorno in cui il popolo italiano ha espresso una tenace volontà di riscatto e di rigenerazione morale dopo i tragici anni della dittatura e della guerra. È la data da cui origina l’affermazione dei valori della libertà, della dignità, della democrazia, della pace”.
“Se dovessi spiegare a mio figlio il significato di questa data, lo inviterei a leggere le lettere scritte dai ‘condannati a morte della Resistenza’, alcuni dei quali giovanissimi. Sono le migliori testimonianze dei drammi e degli ideali intensamente vissuti da coloro che hanno sacrificato la vita per valori che oggi rischiamo di non apprezzare, perché diamo per scontati”.
Parlando dello striscione pro Mussolini esposto dagli ultrà della Lazio a Milano, “sono episodi inqualificabili che vanno contrastati applicando le leggi che già ci sono e rafforzando, quando necessario, i presidi di legalità e l’efficienza dell’apparato sanzionatorio. Ma questi fenomeni si combattono ancora più efficacemente diffondendo, soprattutto nelle scuole, la cultura del dialogo e del rispetto della persona”, ha concluso Conte.
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