La valutazione numerica richiesta dal Ministro Salvini, per evitare l’immane fatica intellettiva a comprendere la scheda della figlia, si presta a una fin troppo facile ironia, che eviterò. Senza tuttavia rinunciare a rimarcare un paradosso: i tentativi della scuola di valutare in modo approfondito i discenti, evitando semplificazioni, vanno di pari passo con la richiesta di Salvini, e altri, che chiedono se il proprio figlio sia da 6, 7, 8, 9, 10 o, non sia mai, da 4 o 5.
Ciò è emblematico di un cambiamento sul quale, a mio parere, sarebbe necessario riflettere per capire quanto sia cambiato il rapporto scuola-famiglia. Trent’anni fa i genitori chiedevano: “prof. come si comporta mio figlio in classe?”, “è inserito?”, “ha un rapporto di reciproco rispetto con i propri compagni e con gli insegnanti?”, “ interviene opportunamente durante la lezione?”, “ha atteggiamenti supponenti che lo allontanano dal gruppo classe?” Oggi Salvini, e altri, chiedono se il proprio figlio sia da 6,7,8,9,10 o, non sia mai, da 5 o 4. La domanda nasce spontanea: “Vuoi vedere che oggi il rapporto umano con gli altri e la serenità dei propri figli, e dei figli degli altri, vale meno di un numero?”
Augusto Secchi
A volte a scuola si vivono delle situazioni surreali. Come quella capitata ad una insegnante…
Partendo dalla premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni, non possiamo non rilevare un dato che…
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 aprile il decreto legge 45 in materia di disposizioni…
La Carta Docenti deve essere riconosciuta anche ai docenti precari. Numerose sentenze dei Giudici del…
Una storia singolare: un bambino di una scuola del trevigiano ha fatto partire, dalla propria…
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara oggi, 7 aprile, è intervenuto a Monza,…