C’è anche la Scuola nel mirino di Matteo Salvini, leader della Lega Nord e candidato a premier della coalizione di Destra: lo ha detto, senza giri di parole, nel corso della conferenza stampa tenuta il 13 marzo a Strasburgo al Parlamento europeo.
Ma torniamo alle novità per la Scuola. “Proporremo una pace fiscale degli italiani con il fisco, abbiamo già pronta la riforma della scuola e dell’università su modello degli altri Paesi con la riforma dei cicli scolastici”. Facendo così intendere l’intenzione di andare a mettere mano sugli attuali corsi di studio: considerando che in Europa, diversi Paesi adottano l’uscita anticipata dal sistema delle superiori, non è da escludere che si voglia fare altrettanto anche in Italia.
Salvini, quindi, conferma l’intenzione, espressa in esclusiva alla Tecnica della Scuola prima del voto elettorale del 4 marzo scorso, di stravolgere la riforma della scuola approvata durante il Governo Renzi.
Sempre a Strasburgo, Salvini ha detto che “riporteremo al centro gli uomini ed il lavoro, leggo che a Bruxelles qualcuno si aspetta una manovra economica del prossimo governo con più tasse, con l’aumento dell’Iva e delle accise, noi faremo l’esatto contrario”.
Così, ha continuato il leader del Carroccio, “diminuiremo le tasse in Italia, fino a portarle al 15% con quella flat-tax che è già regola vigente in sette Paesi dell’Ue (tutti nell’est Europa, ndr) – ha proseguito – quindi difficilmente qualcuno a Berlino a Bruxelles o a Francoforte potrà dirci no, non potete, perché la fanno gli altri”.
“Il meccanismo – ci aveva detto Salvini – è da rivedere in maniera radicale. Non ci sono solo i commi che interpretano direttive europee a danno di chi opera nella scuola. Il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, considera ad esempio “falso” parlare di abolizione di fatto della bocciatura, ma lei stessa ha confermato la novità dell’ammissione “anche in caso di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”, giustificandola con la necessità di un diverso sistema di valutazione che aiuti a “superare le lacune formative” e tenga conto dei “tempi soggettivi di apprendimento”.
“Da parte nostra – ha continuato – temiamo si tratti invece dell’ennesima spallata al merito nella scuola pubblica, che toglie altro valore a titoli già poco considerati. C’è poi il cosiddetto “potenziamento”, attivato senza neppure informarsi su quali competenze i singoli istituti intendessero puntare per potenziarsi”.
Tra le novità che vorrebbe imporre la Lega, c’è anche l’alternanza scuola-lavoro: lavorerà, infine, per la stabilizzazione di tutti i vincitori di concorso, per una riforma del reclutamento, con l’approvazione del “domicilio professionale”, e per un incremento degli investimenti pubblici destinati all’Istruzione.
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