“Se fosse dichiarata colpevole sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare”: il vicepremier Matteo Salvini mette le mani avanti, qualora i giudici ungheresi dovessero condannare la maestra Ilaria Salis, portata in tribunale a Budapest con catene ai polsi e ai piedi.
Secondo il leader della Lega “è assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra. È normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa, e adesso scopro anche in Italia, a picchiare e sputare alla gente?”.
L’accusa è partita mentre il Carroccio rilanciava il video di un gazebo della Lega distrutto da un gruppo di antagonisti Monza nel 2017, vicenda per cui la 39enne milanese un mese fa è però stata assolta.
“Spero che si dimostri l’innocenza perché qualora fosse ritenuta colpevole, atti di violenza attribuibili a un insegnante elementare sarebbero assolutamente gravi”, aveva detto qualche ora prima sempre Salvini parlando a Bruxelles con i cronisti.
Per il padre di Ilaria, Roberto Salis, quelle del vicepremier sono parole “fuori luogo”. Anche Elly Schlein, numero uno del Pd, punta il dito contro la Lega sostenendo che sta mettendo “altre catene ai polsi e alle caviglie” della donna.
Intanto, il governo cerca di affrontare una vicenda dagli aspetti diplomatici e giuridici decisamente complessi, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che parla di “violazione delle norme comunitarie” e la premier Giorgia Meloni che, alla vigilia del vertice a Bruxelles, ha inserito la questione fra i temi di una telefonata con il primo ministro ungherese.
Nel corso della giornata, Eugenio Losco, legale della militante anarchica, ha chiarito che “è stata assolta per non aver commesso il fatto” in relazione all’aggressione al gazebo leghista.
Per il M5S, invece, il leader del Carroccio “deve vergognarsi”. E secondo Angelo Bonelli (Verdi e Sinistra), Salvini usa “due pesi e due misure” rispetto a quando anni fa “si spendeva per riportare in Italia i marò detenuti in India per aver ucciso due pescatori indiani”.
Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, tiene a dire che “oggi la questione non è se puoi fare la maestra o no, o se sei colpevole o innocente, ma che la dignità della persona, qualunque cosa abbia fatto, non venga calpestata”.
La senatrice a vita Liliana Segre, si dice incredula che “si possa celebrare il nazismo per strada in un Paese Ue” (a Budapest succede ogni 11 febbraio, nel ‘giorno dell’onore’, e Salis è accusata di aver aggredito due neonazisti in quell’occasione un anno fa) e “sorpresa che la vicenda abbia suscitato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica solo molti mesi dopo l’arresto”.
Ma secondo il vicepremier Antonio Tajani “Il governo ha fatto tutto ciò che serviva per garantire il rispetto delle norme europee sul trattamento dei detenuti”: quindi ha confermato che in giornata la donna ha ricevuto in carcere le visite dei genitori (“Le compagne di cella la chiamano Giovanna d’Arco”, ha raccontato il papà) e, nelle ore precedenti, del procuratore generale ungherese “per verificare le sue condizioni”.
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