E se il governo della Nazione toccasse alla Lega di Salvini, che ha fatto man bassa di voti all’interno della coalizione di centrodestra?
“Modificheremo la buona scuola”, ha sempre tuonato Salvini e i suoi alleati: ma come?
Anche Italia Oggi ci prova a capirlo, benchè alla fine dei conti definitivi, tra il promettere, per prendere voti, e il realizzare e il varare, la differenza è notevole.
Ai primi punti ci sarebbe “cancellare il sistema della chiamata diretta, giudicato un insuccesso che complica la vita a scuole e docenti, a favore di un nuovo meccanismo di valutazione e di reclutamento basato sui concorsi regionali. I nuovi concorsi consentirebbero di regionalizzare la domanda e l’offerta di posti di lavoro, puntando ad evitare trasferimenti forzosi in altre regioni dei neo assunti.
“Il perno del progetto, delineato dal responsabile scuola del partito, Mario Pittoni, è il domicilio professionale. Il progetto iniziale prevedeva la residenza sul territorio per la partecipazione al concorso regionale, un requisito gravato da dubbi di legittimità costituzionale tali da farlo cancellare a favore del domicilio professionale di ispirazione europea.”
“Il trattamento stipendiale dei docenti resterebbe uguale in tutte le regioni, fino a quando non si realizzerà un vero federalismo fiscale”.
Ma non è solo questo, a nostro avviso, il punto cardine del programma di centrodestra.
Da anni sbandiera infatti il cosiddetto principio della “libertà di educazione” che significa incentivare le scuole paritarie. Si ricorderà inoltre che titolare di una di queste scuole private fu proprio la moglie del fondatore della Lega Nord.
Dunque non sembra peregrino pensare che su questo fronte la Lega, e i suoi indispensabili alleati, punteranno.
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