Matteo Salvini, il segretario nazionale della Lega, nonché alleato col centrodestra di Berlusconi e Giorgia Meloni, nel corso di un incontro con la stampa a Milano ha promesso che proporrà agli altri partiti della coalizione di fare i nomi dei ministri prima delle elezioni: “Non voglio sparare ministri a caso, ma proporrò al centrodestra che alcuni nomi dei ministri vengano messi sul tavolo prima delle elezioni”.
La risposta è stata data a un giornalista che gli chiedeva se la vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, possa diventare ministro in caso di vittoria del centrodestra: “Per me gli italiani dovranno votare sapendo se vince la Lega con il centrodestra chi fa il ministro dell’Economia, degli Esteri, delle Infrastrutture. Quindi alcuni ministeri importanti dovranno essere messi sul tavolo degli italiani prima del voto. Però non fatemi coinvolgere Letizia Moratti perché non vorrei che qualcuno dicesse che offro una cosa in cambio dell’altra. Non lancio ministri a caso”.
Nella veloce lista fatta da Salvini, mancava il riferimento al ministero dell’istruzione, segnale evidente che questo dicastero interessa poco alla politica delle alleanze e pure per pianificare una strategia più complessa per attirare voti, nonostante nella scuola gravitano oltre un milione e mezzo di persone, tra docenti e Ata.
Ma può pure segnalare il fatto che l’istruzione, dopo tanti precedenti, possa essere assegnata non già per competenze e capacità, ma solo per tatticismi e dunque anche a chi è digiuno del tutto di scuola e dei suoi pesanti problemi, antichi e recenti, e ancora non risolti.
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