Uno ad uno, i ministri del Governo Meloni stanno facendo quadrato attorno alla docente colpita in classe di un istituto tecnico di Rovigo al volto da alcuni suoi studenti, lo scorso mese di ottobre, con dei pallini sparati da una pistola ad aria compressa: preso atto dell’ammissione all’anno successivo dei responsabili del deprecabile gesto, con tanto di 9 in condotta, decisa dal Consiglio di classe, ha subito avuto qualcosa da ridire il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “per il messaggio diseducativo che ne può derivare” e chiedendo anche alla scuola veneta “una relazione dettagliata sulle motivazioni che hanno condotto questa decisione”; di lì a poco è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto a mettere in discussione la decisione degli organi collegiali di Rovigo di non far ripetere l’anno ai due giovani autori del grave gesto: “I ragazzi che hanno sparato con proiettili finti alla professoressa – ha scritto il ministro su Twitter – sono stati promossi. Con 9 in condotta. Se la scuola ha lo scopo di educare, penso si sia persa un’occasione. Chiedo scusa, da semplice cittadino, a titolo personale, all’insegnante”.
Anche Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, “con tutto il rispetto per l’autonomia scolastica” ha ‘bollato’ come “diseducativo dare 9 in condotta a chi ha colpito con “pallini” il docente. Il messaggio che passa è quello che un atto così grave non abbia alcuna influenza sulla valutazione della condotta”.
“Mi rassicura il fatto che il Ministro Valditara abbia chiesto una relazione dettagliata sulle motivazioni di questa decisione”, ha concluso Frassinetti.
Ad esternare una certa indignazione per la decisione della scuola verso gli studenti di Rovigo responsabili del grave gesto è stato anche Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: “dare 9 in condotta a chi va in classe a far casino è una roba assolutamente diseducativa, da papà vorrei vedere in faccia chi ha messo questo 9 in condotta e conto che il ministero riesca a intervenire”, ha detto Salvini commentando il fatto in Molise.
“Il ministro della scuola sta avviando approfondimenti, lo ritengo doveroso perché se ai miei tempi io avessi preso a pistolettate a pallini un insegnante, non sarebbe stato il preside a intervenire ma mio padre ma mio padre a prendermi a schiaffoni”, ha concluso Salvini.
In effetti, anche i genitori si dicono esterrefatti: secondo Antonio Affinita, direttore generale del Moige (Movimento Italiano Genitori) quel 9 in condotta ai due studenti di Rovigo che hanno mirato al volto della loro prof “è un fatto inaccettabile, che manda un messaggio fortemente diseducativo”.
“Una scuola che educa – aggiunge Affinita – non può permettere che accadano simili episodi, e che i responsabili a fine anno hanno il medesimo voto in condotta di studenti modello. La scuola deve insegnare che le proprie azioni hanno un peso, e bisogna assumersi le proprie responsabilità e restituire per i danni causati”.
“Dando loro il 9 in condotta – dice il direttore del Moige – legittimiamo comportamenti violenti e diamo un messaggio profondamente sbagliato ai giovani. A chi ha comportamenti da bullo verso compagni o docenti stiamo dicendo che non fa nulla di grave, mentre chi subisce le prepotenze si sente abbandonato e colpito per una seconda volta. Questi ragazzi devono prendersi le proprie responsabilità, trovare un modo per restituire in termini di bene, per il male che hanno fatto, così che possano comprendere l’errore e non ripeterlo”, conclude Affinita.
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