Oggi, 11 ottobre, si sono svolti i funerali del ricercatore Sammy Basso, noto al pubblico per essere diventato il volto della sua malattia, la progeria, scomparso all’improvviso la scorsa settimana, il 5 ottobre, a soli ventotto anni. A rendergli omaggio anche le sue docenti e i compagni di scuola.
Le esequie, come riporta Il Corriere della Sera, hanno avuto luogo a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza, in un’area ricavata tra la chiesa e gli impianti sportivi. A partecipare migliaia di persone. Presenti anche le insegnanti del liceo da lui frequentato. “Era un ragazzo geniale”, dicono le professoresse che ricordano un aneddoto. “Una volta, insieme ad alcuni compagni, fece una finta circolare per abolire il latino. Lo scoprimmo subito, fu un momento divertente, ridemmo di gusto”.
“Caro Sammy, ti ricordiamo con un sorriso: eri un maestro delle risate. Ti travestivi da alieno e o facevi false multe stradali alle insegnanti”, questo il ricordo dei compagni di scuola.
Durante il funerale è stato letto un messaggio scritto dallo stesso Sammy Basso nel 2017 perché venisse letto nel giorno del suo funerale. “Se state leggendo questo scritto significa che non sono più nel mondo dei vivi. Mi spiace non poter consolare chi mi è caro, piangete e festeggiate, fatelo anche per me. Brindate e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, vorrei essere ricordato così”.
“Non ho perso la battaglia contro la malattia ma ho abbracciato la vita. Se potessi tornare indietro vorrei essere ancora al vostro fianco. Ricordatemi pregando, ricordandomi bevendo un bicchiere di vino , ricordatemi facendo festa. So che soffrirete , cercate di non soffermarvi troppo nel dolore”, così continua il messaggio.
Come riporta RaiNews, Basso era il più longevo malato al mondo affetto dalla sindrome della progeria di Hutchinson-Gilford, una patologia ultra-rara caratterizzata da “invecchiamento precoce” delle cellule e dell’organismo ma non del cervello.
Nato il 1º dicembre 1995 a Schio, alla nascita non presentava alcun segno della malattia. Quando il piccolo aveva poco più di due anni, i medici del Dipartimento di pediatria della Azienda Ospedaliera-Universitaria di Padova hanno consigliato ai genitori di Sammy di sottoporlo a una consulenza genetica, che ha permesso di giungere alla diagnosi di progeria.
Conosciuto per le molte apparizioni televisive e interviste riguardo l’attività dell’associazione e riguardo la sua malattia, diventò particolarmente conosciuto in Italia dopo la messa in onda del docu-film National Geographic intitolato ‘Il Viaggio di Sammy’, che racconta il suo viaggio lungo la Route 66, negli Stati Uniti, da Chicago a Los Angeles, con i genitori ed uno dei suoi migliori amici, Riccardo.
Nonostante la malattia Sammy, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Scientifico a Bassano del Grappa, si era laureato in Scienze naturali e Molecular Biology all’Università di Padova.
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