Oggi, com’è noto, 4 ottobre, si celebra San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e degli animali. Fino a qualche decennio fa, come ricorda Skuola.net, in questa giornata le scuole erano chiuse. Ecco fino a quando è stato così e perché le cose sono cambiate.
Le scuole, di norma, erano chiuse il 4 ottobre fino al 1976. Tutto cambiò a partire dalla legge 5 marzo 1977, n. 54, quando vennero ridotte le festività civili per la “negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici”.
Il calendario scolastico di allora era molto più corto rispetto a quello attuale: le lezioni iniziavano il 1° ottobre e terminavano spesso entro la metà di giugno. Ma la vera chicca? I tanti ponti e festività!
Le scuole, infatti, erano chiuse per la festa di San Giuseppe il 19 marzo, il 4 novembre, festa delle forze armate, per festività come l’Ascensione e il Corpus Domini, e c’era persino una vacanza l’11 febbraio per celebrare i Patti Lateranensi.
Oggi, il calendario scolastico italiano prevede un minimo di 200 giorni di lezione l’anno, tra i più alti in Europa, mentre qualche tempo fa il calendario era di circa 170 giorni (un mese in meno). Nonostante questo, la qualità dei risultati scolastici in Italia non sembra essere migliorata significativamente rispetto ai decenni passati, quando gli studenti potevano beneficiare di calendari più brevi e di più pause.
Qualche giorno fa l’attore Massimo Ghini ha parlato della preparazione che fornisce la scuola oggi rispetto quella del passato: “Io rispetto ai miei figli per preparazione sembro un professore di filologia romanza. Io ho solo una laurea ad honorem e solo la maturità. Ma quando dico una cosa ai miei figli vedo che non sono preparati o vanno su Wikipedia. Io vengo da una scuola nozionistica in cui però ci facevano studiare. La differenza di preparazione culturale è enorme”.
In merito al calendario scolastico, sono molti coloro che vorrebbero modificarlo. Il duo celebre sui social, Mammadim***a, composto da due donne che raccontano in modo originale e anticonformista la genitorialità e il ruolo della donna all’interno della famiglia, ha lanciato addirittura una petizione online, denominata così: “RISTUDIAMO IL CALENDARIO! Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE”.
“Il calendario scolastico era stato studiato per consentire ai bambini di aiutare i genitori nei campi, va rimodulato. Siamo ancora fermi all’Ottocento e alla riforma agricola. Siamo il paese europeo con più giorni di frequenza scolastica ma siamo il Paese che chiude per più settimane consecutive la scuola“.
“Questo comporta una perdita di competenze enorme per i bambini, si parla di summer learning loss. A settembre assistiamo ad una ripresa lenta e a singhiozzo, si riprende a pieno ritmo circa due settimane dopo la riapertura. Chiediamo che le scuole restino aperte a giugno, a luglio con un’offerta formativa del terzo settore. Questo si porta dietro un ripensamento della didattica, che non può essere più statica, e dei luoghi dove fare scuola, una revisione dell’edilizia scolastica”, queste le loro parole.
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