Un proverbio napoletano dice: “Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro” ovvero:” Alla Basilica di Santa Chiara, dopo che fu saccheggiata, misero i portoni di ferro”.
Mi riferisco alla proposta dei sanificatori d’aria nelle scuole la cui installazione è stata propugnata dal sociologo Luca Ricolfi su “La Repubblica” e che un emendamento al Milleproroghe ha rilanciato in Parlamento.
Installare i sanificatori d’aria aveva senso due anni fa, quando non avevamo i vaccini e le scuole furono costrette alla didattica a distanza.
Ma adesso che senso ha?
Una cosa sono i purificatori d’aria che farò installare in ogni aula della scuola che dirigo e che ho acquistato con il decreto sostegni bis come ha suggerito il ministro dell’Istruzione Bianchi; altra cosa sono i sanificatori d’aria costosi e invadenti che richiedono un intervento degli enti locali. Sono milioni di euro da spendere e occorrono lavori edili che non si possono fare ad anno in corso sia per i tempi delle gare sia per non ostacolare ulteriormente le lezioni in presenza.
Ma non s’è detto che dopo il 31 marzo 2022 si ritorna a una sorta di “normalità”, con il virus che non scompare, ma diventa una delle tante influenze?
Mi sorge allora un dubbio: non è che una lobby dei sanificatori d’aria sta manovrando per avere i finanziamenti necessari?
Sarebbe un ennesimo spreco di denaro pubblico. Dico al Governo: meglio che installiate i pannelli solari sugli edifici scolastici, almeno se ne giova il clima.
Eugenio Tipaldi
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