Il professore Enrico Galiano, scrittore e conosciutissimo dagli studenti anche tramite i social, dopo giorni dell’accaduto sulla storia di Blanco, che ricordiamo Sanremo ha preso a calci le composizioni di rose del palco provocando un grande dibattitto anche nel mondo della scuola.
Galiano ha rilasciato alcune dichiarazioni al Libraio, affermando: “subito tutti: ecco, i giovani maleducati! Non hanno più rispetto! Gli basta che non funzioni qualcosa e spaccano tutto! E poi i vecchi a pulire le loro macerie! Per non parlare del vero e proprio odio che si è scatenato sui social, con orde di commenti carichi di parole irripetibili, dove davvero – lì, sì – è uscita tutta la maleducazione e la mancanza di rispetto di cui siamo capaci. E nessuno, ma proprio nessuno, che abbia fatto l’unica cosa sensata: andare da Blanco a chiedere spiegazioni. Se l’avessimo fatto avremmo scoperto delle cose interessanti: che il video della canzone che ha cantato a Sanremo riproduceva esattamente la stessa scena, con lui che distrugge rose. Che Amadeus era perfettamente a conoscenza che la performance sarebbe stata quella, e così tutti i conduttori, Morandi compreso.
“Performance brutta? Può essere – continua l’insegnante – ma un conto è dare addosso a un artista perché non ci piace la sua esibizione, un conto è partire con gli strali morali e che generazione di debosciati signora mia. E noi adulti facciamo così sempre: un ragazzo, o una ragazza, combina un qualcosa che non ci piace e noi abbiamo già deciso che sono irrispettosi, maleducati, senza spina dorsale e tutto il repertorio di luoghi comuni che affibbiamo ai giovani. Senza chiedere loro spiegazioni. O, chiedendole, senza ascoltarle davvero. Ci piaccia o no, il rock e la musica sono pieni di scene eccessive come quella di Blanco, ma questo non vuol dire che lui sia un ragazzo cattivo e senza valori (anzi).
E conclude “Forse, il suo unico difetto è stato quello di non essere stato in grado di spiegarsi: ma a vent’anni questa mancanza gliela si può perdonare, credo. Quello che non si può perdonare è questa fretta di giudicare sempre i comportamenti dei più giovani, scatenando valanghe di odio gratuito, senza mai avere la cura di dar loro il tempo di mostrarci il proprio punto di vista. Scopriremmo un sacco di cose interessanti, se solo lo facessimo: per esempio, che questi giovani non sono tutte rose, certo, ma neanche tutte spine come li dipingiamo noi”.
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