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Sanremo e il caso Blanco, quale educazione in famiglia?

Il caso Blanco che ha distrutto i fiori di Sanremo in preda di un raptus di follia a causa dell’audio ci deve indurre ad una profonda riflessione soprattutto nella scuola dove i docenti hanno tra le mani i cervelli delle future generazioni che cercano faticosamente di formare i istruire per poter un domani avere cittadini responsabili.

Da qualche anno è stata reintrodotta l’educazione civica come disciplina trasversale. Ma se la generazione “spacca tutto” sta prendendo prepotentemente piede in una società senza regole a cosa serve insegnare educazione civica se non abbiamo il supporto della famiglia.

Purtroppo torniamo sempre all’origine: se la famiglia non esiste chi educa questi ragazzi? La risposta è semplice: la scuola, che si deve fare carico di tutto. La colpa va data certamente all’eccessivo buonismo e permissivismo che fa crescere questa generazione di adolescenti molto viziati, dove tutto è concesso a qualunque costo. E queste sono le conseguenze. Avere tutto e subito è errato; bisogna far capire, costi quel che costi, che esistono le regole da rispettare, che il successo va meritato e conquistato, che la vita è fatta di tante tappe, che è necessario fare sacrifici e gavette per poi assaporare il successo.

Per Blanco, giovane ventenne, il palco di Sanremo è stato il detonatore, che carico di tensione, ha fatto esplodere una rabbia interiore da spaccare tutto.

Tale gesto non va giustificato come ha tentato di fare Amadeus con scuse dicendo che “Blanco ha solo vent’anni”. Questo non è accettabile e questo episodio va condannato fermamente. Va condannato per il rischio pericolosissimo di emulazione da parte di adolescenti senza scrupoli che poi filmano la scena pubblicandola sui social.

Mario Bocola

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