La ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli
“Facciamo un concorso nel 2017. E anticipiamo il concorso del 2018: invece di farlo alla fine, lo facciamo all’inizio del 2018 perché vogliamo superare il precariato”.
L’annuncio arriva dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel suo intervento tenuto domenica 29 ottobre alla conferenza programmatica del Partito democratico, nel museo di Pietrarsa.
Il riferimento della responsabile del Miur è alle nuove selezioni per insegnanti, introdotte dalla Legge 107/15 e regolate, la scorsa primavera, con il decreto 59/2017, attraverso cui è stato ufficialmente introdott il percorso formativo triennale Fit.
La prima dovrebbe essere riservata agli attuali abilitati all’insegnamento (anche se non è prevista una selezione, ma solo la formazione di una graduatoria ad hoc a seguito di un colloquio, e la formazione sarà ridotta di due terzi); la seconda selezione riguarderà, probabilmente, quella aperta a tutti i laureati in possesso dei 24 crediti formativi previsti dal DM 616/2017.
Poi, è prevista una terza selezione: riguarderà coloro che sono inseriti nella terza fascia d’istituto: per loro il percorso Fit dovrebbe essere ridotto di un terzo.
Parallelamente, il Miur porterà avanti i già annunciati concorsi per dirigenti scolastici (per i quali è stato già pubblicato il regolamento e quindi il bando si prevede imminente) e per Dsga, la cui ultima selezione è addirittura del 2000.
Per quanto riguarda le altre selezioni del personale della scuola, la ministra dell’Istruzione solo qualche giorno fa aveva detto di non essersi “dimenticata della scuola d’infanzia e primaria, né del personale Ata”: tutti profili professionali che nella Buona Scuola non sono stati contemplati.
Sempre a Pietrarsa, la Fedeli ha parlato di permessi legati a motivi di salute.
“Chi ha diritto effettivamente alla legge 104 è giusto che ce l’abbia. Ma noi siamo, in questo anno scolastico, per combattere tutti gli abusi di chi abusa della legge 104, perché altrimenti chi ne ha diritto viene penalizzato”, ha concluso la ministra dell’Istruzione, riferendosi all’alto numero di certificati 104/92 concentrati in alcune province italiane.
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