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Sara Campanella, la scuola media dove ha studiato sarà intitolata a lei: proposta votata all’unanimità

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April 24, 2025

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La scuola media di Portella di Mare, frazione di Misilmeri, in provincia di Palermo, sarà intitolata a Sara Campanella, la ragazza di ventidue anni brutalmente uccisa per strada, a Messina, da un ragazzo lo scorso 31 marzo. Si tratta proprio dell’istituto in cui lei ha studiato.

L’obiettivo

La proposta, come riporta Ansa, è stata votata all’unanimità, del collegio d’istituto, presieduto dal dirigente scolastico e sostenuta da Rosario Rizzolo, sindaco del paese del Palermitano in cui era nata Sara e in cui vive la sua famiglia.

L’intitolazione manterrà vivo il ricordo della studentessa e ‘costringerà’ a pensare alle vittime di femminicidio. L’iter prevede diversi passaggi burocratici che l’Amministrazione Comunale si è già fatta carico di sollecitare agli uffici preposti.

La dirigente scolastica ha scritto a Valditara

La madre della povera ragazza è una docenteCome riporta Messina Today, la dirigente della scuola in cui insegna ha diffuso una lettera. Eccone il contenuto:

“Quando ho saputo dell’ennesimo femminicidio, della giovane e splendida Sara Campanella, uccisa all’uscita dell’università a Messina, ho sentito un tonfo nel cuore. Ma sono andata a trovarla. Ho incontrato la mamma di Sara, il papà e il fratello. Davanti al loro dolore – dignitosissimo, quanto lacerante – mi sono sentita infinitamente piccola. Sono rimasta con loro per più di un’ora. Ho guardato i loro occhi, ho ascoltato le loro parole. La madre mi ha mostrato le foto di Sara, tutte. Anche quelle che ha scelto per il funerale. Mi ha parlato di questa figlia straordinaria, di questa ragazza prodigiosa, di una giovane donna di una dolcezza e di una gentilezza fuori dal comune. E io sono rimasta profondamente colpita”.

“Le sue parole non le dimenticherò mai: ‘Preside, aiutami ad entrare in tutte le scuole. Da oggi vivrò solo per questo: per educare, per sensibilizzare, perché nessun’altra figlia venga strappata alla vita in questo modo’. E io lo farò. Il femminicidio di Sara, come quello di troppe altre donne, ci sbatte in faccia una verità che non possiamo più ignorare: c’è un fallimento educativo che riguarda tutti. Uomini incapaci di gestire il rifiuto, di riconoscere l’altro come persona e non come possesso, crescono nel silenzio delle case, delle scuole, della società. Io oggi, da mamma di due figlie, da dirigente scolastica, da cittadina, mi prendo un impegno preciso: educare, formare, sensibilizzare, sin dai primi anni, i bambini e i ragazzi, soprattutto i maschi. Non possiamo più aspettare. Non possiamo più limitarci a punire. Serve una grande, imponente campagna culturale e educativa. Serve che lo Stato ci ascolti. Ho scritto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Ho scritto ciò che il cuore mi ha dettato. Non appena mi sentirò, condividerò, ma solo per sensibilizzare. E continuerò, insieme alla mamma di Sara, a bussare a tutte le porte. Perché se l’educazione salva, allora è da lì che dobbiamo ripartire. Per Sara. Per tutte. Per tutti. Quel tonfo si è fatto più forte, più intimo, più lacerante, quando ho realizzato che la sua mamma, è una docente del mio istituto, una mia docente, oggi assegnata provvisoriamente in un’altra scuola”.

Ennesimo femminicidio

Decine di testimoni, come riporta Il Corriere della Sera, l’hanno vista discutere con un coetaneo che le ha poi tagliato la gola con una coltellata: un solo profondo fendente che non le ha dato scampo. Chi la conosceva racconta di una relazione con un giovane che la vittima aveva deciso di interrompere: il suo assassino.

Insomma, lo schema è, purtroppo, molto comune: tornano alla mente i casi di Lorena Quaranta, Giulia Tramontano, Giulia Cecchettin, e altre centinaia di donne ogni anno. In molti credono sia arrivato il momento di un forte cambiamento culturale che passi dalla scuola.

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