Testi dal forte impegno sociale, a testimonianza di una Sicilia avulsa da sterili e abusati stereotipi.
NOI PALERMITANI
(Sara Favarò)
Noi che abbiamo visto la Sicilia
Madre gravida di forza e volontà
sventrata in autostrada
come carne macellata.
Noi che con la gola e le narici attanagliate
dal fetore della carne bruciata viva
abbiamo frenato la voglia di vomitare
davanti a tizzoni accesi e pezzettini informi
di ciò che solo un attimo prima erano
sentimenti, emozioni, gioventù, voglia di vivere.
Noi che abbiamo visto bestie feroci
strappare con denti aguzzi ed unghia acuminate
dal vocabolario degli onesti parole
come giustizia, libertà, dignità.
Noi che abbiamo visto la speranza
suicidata dal balcone della capitale
da noi così lontana.
Noi che abbiamo stampato negli occhi e nel cuore
il sorriso sornione di Giovanni Falcone
che continua a farsi beffa di chi lo volle morto.
Noi che abbiamo visto Paolo Borsellino
rimettere al loro posto le parole giuste
in quel vocabolario spezzato e lacerato.
Noi che percorriamo le strade della nostra terra
con la paura di confondere il rosso dei papaveri
con il rosso del sangue delle vittime immolare.
Noi non ci inginocchieremo
noi non dimenticheremo
continueremo ad andare avanti
ed a testa alta al mondo grideremo:
NOI SIAMO PALERMITANI!
IL CORAGGIO DELLE DONNE
(Sara Favarò)
Ho udito parole come fuoco
frantumare distese di ghiacciai
ed incendiare i mari.
Ho visto occhi increduli e smarriti
sfondare la porta della notte
per afferrare il sole.
Ho visto braccia vuote
senza più figli d’abbracciare
tese verso il cielo
e Maria tornare ai piedi della Croce.
Ho visto donne strappare
vesti lacere e consunte
gravide di silenzio
coprirsi di primavera
e corre per le strade.
Ho visto la terra innaffiata
con le lacrime dei giusti
partorire alberi di pace
possa l’amore degli onesti
non farli mai appassire!
Canzone
(Sara Favarò)
Canto per dar voce
a chi non può parlare
a chi non vedrà mai
un fiore che si schiude
un’alba rosseggiare
né stelle illuminare.
Canto per il più innocente
tra tutti gli innocenti
per te che eri tanto atteso
ed al calduccio stavi nel seno
di chi è stata condannata
perché innamorata.
Canto per te che non avrai
le carezze di tuo padre.
Canto per te che non avrai
il sorriso di tua madre.
Per te che hai sentito dentro
scoppiarti un gran bruciore
e grida disperate:
grida di dolore.
Canto per te fucilato
ancora prima di esser nato
e per chi non si dà pace
chiede giustizia, verità.
Scrivendo sul suo volto.