Sarà sempre la scuola il tormentone dell’estate 2018 che farà parlare molto sotto gli ombrelloni e nei luoghi di vacanza e tenere in continua ed estenuante apprensione il personale precario della scuola?
Molte sono le questioni aperte sul mondo scolastico tra cui le assunzioni a tempo indeterminato, la questione dei diplomati magistrali, i concorsi per abilitati e non abilitati e tante altre incombenze che certamente “guasteranno” le tranquille notti estive dei precari alle prese, a fine luglio, con le convocazioni da parte degli Uffici Scolastici Territoriali che li costringerà a stare incollati ad un computer a consultare date, orari e circolari che saranno sfornate.
Ed è sempre la “Buona Scuola” a tenere banco con le sue storture ed incongruenze, dal momento molti nodi di quella legge sono col tempo venuti al pettine ed hanno evidenziato che il giocattolo, tessuto e ricamato presenta diversi punti oscuri anche al legislatore.
Albi territoriali, mobilità, bonus premiale. Si tratta di un bel minestrone inserito tra un articolo e duecento commi della legge della Buona Scuola, che non seguono in alcuni passaggi un criterio logico.. Si sono prodotte nel tempo soltanto riforme deleterie che non sono andate nella direzione di un miglioramento del sistema scolastico italiano ma unicamente nella direzione di far vedere agli altri che anche noi siamo stati in grado di riformare il sistema. Come? In che modo? Con quali ricadute sulla realtà degli alunni, dei docenti, delle famiglie? Chissà.
Comunque le riforme vanno fatte dal basso perché soltanto la base conosce a fondo i gravi e atavici problemi della scuola. Non abbiamo bisogno di nomi altisonanti, di super esperti dell’economia e della finanza mondiale per fare un progetto di scuola Si ha, tuttavia, contezza che questa riforma ci sta inesorabilmente portando verso un analfabetismo di ritorno, verso un qualcosa che sarà continuamente fatto e rifatto.
Mario Bocola
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