Attualità

Sarà un 2023 all’insegna di tagli e di accorpamenti tra scuole sottodimensionate

Non abbiamo nemmeno brindato al nuovo anno, che già monta la protesta per il provvedimento in legge di bilancio che prevede gli accorpamenti tra scuole dello stesso territorio che sono sottodimensionate. Il maggior numero degli accorpamenti e dunque di tagli delle dirigenze scolastiche e del personale Ata, è localizzato nel sud Italia. A soffrire il dimensionamento saranno prevalentemente le province di Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Sicilia e Sardegna.

Dimensionamento in legge di bilancio

Incominciamo con il dire che il dimensionamento scolastico previsto in legge di bilancio 2023, dovrebbe avere i suoi effetti di accorpamento nell’anno scolastico 2024/2025. La legge di bilancio, approvata in via definitiva dal Senato il 29 dicembre 2022, prevede che, attraverso una modifica dell’articolo 19 del decreto legge 98/11, si possa realizzare la riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel PNRR con uno specifico decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il MEF, previo accordo in sede di Conferenza unificata, con il quale entro il 30 giugno di ciascun anno viene definito l’organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA.

Sulla base dei parametri individuati dal decreto, le Regioni provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro e non oltre il 30 novembre di ciascun anno. Per cui il dimensionamento sarà predisposto a fine anno 2023 e farà sentire i suoi effetti negativi per l’anno scolastico 2024-2025.
Qualora la concertazione tra MIM, MEF e Conferenza unificata non dovesse arrivare a trovare un punto di intesa entro il 30 giugno, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA viene calcolato sulla base di un coefficiente tra 900 e 1.000 alunni per scuola. Per il dimensionamento si dovrà tenere conto anche delle situazioni derogabili perché sedi montane o di piccola isola.
Questo tipo di dimensionamento potrebbe portare, a partire dal 2024/2025 un qualcosa come 700 dirigenti scolastici e DSGA in meno su tutto il territorio nazionale. Questi tagli potrebbero essere concentrati principalmente nelle regioni del sud Italia.

Tagli nel triennio 2023-2025

Il capitolo di spesa previsto per il triennio 2023-2025 presentato nella Tabella n.7 degli “Stati di previsione” della legge di bilancio 2023 prevede un taglio di spesa nel triennio per l’Istruzione scolastica di 4 milardi e 116 milioni di euro.

In buona sostanza si passerà da una spesa complessiva per l’Istruzione scolastica di 52 miliardi e 114 miloni del 2023 ad una spesa di 47 miliardi e 997 miloni di euro del 2025.

Bisogna specificare che nonostante un calo di risorse così imponente, per l’Istituzioni scolastiche non statali c’è un incremento di risorse di oltre 20 miloni di euro in tre anni.

Si prevede che dal 2023 al 2025 ci sia un taglio del 50% delle risorse sul reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico.

Lucio Ficara

Articoli recenti

Christian Raimo si difende, il suo legale spiega che le critiche non erano rivolte al Ministro ma al suo pensiero; il prof romano farà ricorso al Giudice del Lavoro

Prosegue, con qualche novità, la vicenda del professor Christian Raimo, l’insegnante romano sospeso per tre…

15/11/2024

Sostegno: classi di concorso fittizie che rendono più difficile il passaggio su materia

Salve, sono un docente di sostegno, di ruolo nella scuola secondaria e desidero far conoscere…

15/11/2024

Docenti idonei e precari con 36 mesi svolti, nuove regole per assumerli e indennità in arrivo? Pacifico (Anief): è ora di cambiare – INTERVISTA

Pubblicare le graduatorie dei candidati docenti risultati idonei ai concorsi, ammetterli a frequentare il corso…

15/11/2024

Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, il prof non può accettare regali o altre utilità dai genitori degli studenti

A volte capita, soprattutto per le festività natalizie, ma anche per altre particolari ricorrenze, che…

15/11/2024

Autonomia differenziata: per la Consulta la legge ha bisogno di diverse modifiche, ma il Governo esulta perchè la Corte non parla di incostituzionalità totale

La Corte costituzionale si è espressa sulla questione di legittimità costituzionale della legge n. 86…

15/11/2024