di Piero Cattaneo
Da molti anni a questa parte, importanti decisioni per la scuola italiana sono state prese durante il mese di agosto. Pura coincidenza? Non si sa; però anche stavolta sembra essere rispettata questa tradizione. Pochi giorni fa è stato lo stesso premier Matteo Renzi a dare l’annuncio che nel Consiglio dei Ministri del 29 agosto ci sarebbero state novità “rivoluzionarie” per la scuola.
Una riforma tanto attesa da essere preceduta dall’annuncio di “sorprese” per studenti, docenti e genitori. E molto probabilmente anche per i dirigenti scolastici dato che… alcuni dettagli (per non usare il termine “anticipazioni”) sono stati pubblicati sui mass media a seguito dell’intervento del ministro Giannini al Meeting di Rimini, di comunicati e interviste a esponenti politici, a rappresentanti sindacali e a esponenti del mondo della scuola, che di fatto hanno ridotto… l’effetto “sorpresa” collegato all’annuncio di Renzi.
Personalmente ho letto vari articoli su alcuni quotidiani che già commentavano ampiamente le ”linee” della riforma annunciata e … come persona di scuola ho ritrovato idee, proposte, termini, già letti e ascoltati in altri tempi.
Mi è parso di vedere sulla base delle “indiscrezioni” un film già visto, forse un remake e come tale con nuovi attori, contesti e tempi differenti e, come ogni remake cinematografico, ci sono elementi nuovi. In questo caso vengono comunicati: l’addio alle supplenze; merito e niente precariato; sponsor privati e aperture alle scuole paritarie; l’organico funzionale a livello di istituto e/o di area territoriale.
Le linee illustrate dal Ministro Giannini (anche se ancora a livello di dichiarazioni e non sostenute da un preciso piano operativo che sarà varato dal prossimo Consiglio dei Ministri) sono sicuramente ricche: c’è infatti molta carne al fuoco!
Non vorrei però che tali linee rimanessero dichiarazioni da archiviare nel “libro dei sogni” o in quello delle “attese” mai soddisfatte. Libri che nel tempo si sono arricchiti di molte pagine.
C’è tuttavia un aspetto su cui mi aspetto un deciso intervento dell’attuale compagine governativa: più autonomia reale (e non solo l’attuale autonomia funzionale. come l’ha definita il CENSIS) accompagnata da maggiori controlli e da una efficace valutazione di sistema.
In questo momento storico ritengo che vadano superate resistenze e/o pregiudizi culturali o ideologici e che si abbia finalmente il coraggio di “rivedere” in modo costruttivo anche quelle “norme” della Carta Costituzionale chiaramente non più in linea con la storia del nostro Paese. Quindi mi auguro più autonomia per tutte le scuole, statali e paritarie; una autonomia vera, anche nel reclutamento del personale sulla base di competenze personali e professionali accertate; un’autonomia accompagnata da una rigorosa valutazione dei risultati sulla base di criteri esplicitati nel Piano dell’offerta formativa e nel Curricolo di istituto, non in una prospettiva di semplice comparazione tra istituti scolastici ma a partire dal miglioramento dei risultati sul piano degli apprendimenti degli allievi, sulla base delle innovazioni introdotte e della professionalità dei docenti e dei dirigenti scolastici che le hanno realizzate.
Le scuole in tal modo saranno tenute a rendere conto del proprio operato alla comunità di riferimento, permettendo alle famiglie di scegliere la scuola per la qualità del servizio che la scuola offre.
Legare il finanziamento delle scuole alla qualità dei risultati permetterebbe il superamento della distinzione fra scuole paritarie e scuole statali e consentirebbe di attuare anche nel nostro Paese quell’equilibrio tra scuole con ampia autonomia reale, con il vincolo della rendicontazione pubblica dei costi sostenuti e degli esiti conseguiti dagli allievi sul piano della loro preparazione culturale e formativa.
Non rimane che attendere… il 29 agosto 2014.
Sarà una data storica per la scuola italiana?
Staremo a vedere.