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Sardegna, genitori di alunni disabili chiedono l’attuazione del diritto del trasporto scolastico

Siamo Maria Luisa e Massimo, viviamo in un paese della Sardegna, in provincia di Sassari. Abbiamo due figlie: Giorgia di 17 anni, che studia presso un istituto superiore a Sassari e Amalia di 13 che frequenta l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado.

Giorgia è affetta da una sindrome rara che ne compromette le prassie, oltre al linguaggio e alle funzionalità cognitive. È affetta anche da una grave forma di autismo. Il suo percorso scolastico, come potete immaginare, non è stato semplice in quanto, ogni anno, o quasi, abbiamo dovuto fare i conti con il pressappochismo, da parte delle istituzioni, nell’attribuzione di figure di sostegno specializzate.

Non sempre è stata garantita la continuità e i servizi che il nostro territorio offre per questi ragazzi, sono pressoché inesistenti. Nonostante questo, Giorgia è iscritta al terzo anno del Polo Tecnico che, fino allo scorso anno, raggiungeva (insieme ad altri ragazzi speciali) grazie a un servizio “navetta” che la prendeva la mattina a casa e la riportava alla fine delle lezioni. Durante il trasporto, erano presenti assistenti specializzati, non essendo loro autosufficienti.

Ci rivolgiamo alla vostra redazione in quanto, nonostante la scuola sia iniziata il 13 settembre, a tutt’oggi, Giorgia ha frequentato solo il primo giorno ed è stata accompagnata da noi. Nei giorni seguenti abbiamo ricevuto, da parte della scuola, la comunicazione che il servizio di trasporto per questo anno scolastico, potrebbe non essere garantito in quanto non ci sono i fondi per attivarlo. Dovete infatti sapere che, per i ragazzi disabili di Ittiri e zone limitrofe, il servizio di trasporto che, fino allo scorso anno funzionava alla perfezione, non è più disponibile a causa DEL RINCARO dei carburanti.

Quindi, non è responsabilità delle scuole che i ragazzi frequentano; non è responsabilità delle ditte che si occupano di fornire questo servizio; pare non sia nemmeno responsabilità dei singoli comuni.

La responsabilità è della REGIONE che, sebbene il rincaro abbia interessato parte dello scorso anno scolastico e tutta l’estate appena trascorsa, non ha provveduto ad adeguare le tariffe alle ditte che hanno preferito (aggiungiamo giustamente) non partecipare alle diverse gare di appalto che, infatti, sono andate deserte.

Quindi è iniziata, per noi genitori kamikaze (perché ogni giorno dobbiamo combattere per vedere riconosciuti i diritti fondamentali per i nostri figli), “la caccia al responsabile”, che purtroppo non è facilmente rintracciabile.

Ora,da genitori a genitori, proviamo a vedere la cosa da un’altra prospettiva:

I prezzi dei carburanti sono aumentati quindi, l’Arst (l’azienda che si occupa dei trasporti in Sardegna), decide di non fornire più il servizio agli studenti che vivono a troppi km di distanza da Sassari e Alghero e viene chiesto alle famiglie di portare i propri figli a scuola con mezzi propri e successivamente chiedere il rimborso alla regione.

Credo che molti di voi, se non sono svenuti per l’assurdità della cosa, si stiano sbellicando dalle risate (amare).

Ebbene sì, questo è quello che sta succedendo in questi giorni in provincia di Sassari ma, ragionevolmente, credo sia così in tutta la regione.

Noi “genitori SPECIALI” abbiamo a che fare quotidianamente con situazioni di questo genere e nella maggior parte dei casi, le responsabilità, sono da ricercare in leggi vetuste, in persone incompetenti, nella burocrazia che i succitati incompetenti rendono sempre più farraginosa nella speranza che, presi dallo sfinimento, rinunciamo e accettiamo di buon grado ciò che ci viene propinato. INVECE NO!

Noi siamo abituati a combattere dal primo giorno in cui abbiamo tenuto tra le braccia i nostri bambini;

Le sfide sono il nostro pane quotidiano ed è ora di dire BASTA!. Abbiamo visto e vediamo l’inferno ogni giorno quindi “NON ABBIAMO PAURA”! Chiediamo che i nostri figli abbiano ciò che spetta loro di diritto. Ma non per un mese e poi si vedrà, no!

Siamo stanchi delle etichette che vengono date ai nostri figli;

Siamo stanchi di dovere sopperire a nostre spese perché la REGIONE non riesce a fare progetti per i nostri figli;

SIAMO STANCHI E NON ABBIAMO INTENZIONE DI SOPPORTARE OLTRE!

Grazie per l’attenzione.

Maria Luisa Scanu

Pinna Massimo

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