I bambini partecipanti partiranno dal Villaggio Everyone di Save the Children e percorreranno la staffetta intorno alla piazza. La corsa è stata organizzata anche in altri 49 Paesi del mondo, con la partecipazione di migliaia di bambini.
Ogni anno 6,3 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono, tra questi 2,8 milioni sono neonati: è il quadro che emerge dal nuovo rapporto “Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino” sull’impatto delle condizioni di vita e salute delle mamme e sulla mortalità infantile in 178 paesi del mondo, presentato oggi da Save the Children in occasione del lancio della campagna “Everyone”.
Dal rapporto si evidenzia che la Somalia ha il tasso di mortalità infantile più alto del mondo: pari a 180 decessi su mille nati vivi. L’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale sono le regioni del mondo dove si concentrano i 4/5 delle morti infantili; l’area sub-sahariana, in particolare, paga il prezzo più alto con un bambino ogni undici nati. L’Italia, invece, si colloca al 19esimo posto, nella zona “verde” dell’indice. Uno dei fattori di rischio per il bambino è la giovane età della madre. Infatti su oltre 7 milioni di adolescenti (tra i 15 e 19 anni) che ogni anno diventano mamme, 70 mila perdono la vita mentre partoriscono. Causa di decessi sono anche la malnutrizione materna, che può incidere sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino, e il mancato accesso alle cure della partoriente.
In Ciad, 152 bambini ogni mille nascono da mamme giovanissime e solo il 23% di queste accede a un numero minimo di cure prenatali, mentre in Niger i bambini nati da adolescenti sono più di 200 ogni mille. In alcune aree rurali dell’Etiopia, sono molte le donne che ancora partoriscono da sole e non hanno accesso alle cure. “Ridurre i matrimoni precoci, le gravidanze adolescenziali e aiutare le giovani coppie a prevedere un certo distanziamento fra un figlio e l’altro è cruciale per ridurre la mortalità infantile” propone il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri.
Tra le minacce evidenziate dal nuovo rapporto c’è il virus Ebola, che causa molti decessi. Secondo Save the Children, sono circa 2,5 milioni i bambini attualmente esposti al rischio di contagio in Sierra Leone, Guinea e Liberia dove purtroppo già muoiono ogni giorno almeno 100 bambini di malaria, diarrea e polmonite.
Un numero destinato a crescere per l’impossibilità di assicurare le cure adeguate o per la possibile rinuncia da parte delle famiglie a rivolgersi a strutture e operatori sanitari per paura del contagio. Per fermare la diffusione, l’organizzazione ha protetto 265 mila tra adulti a bambini e ha formato tremila operatori sanitari nella prevenzione del virus.