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Save the Children: 1 bimbo italiano su 4 a rischio povertà, serve una Scuola all’altezza

Ci sono anche l`educazione e la scuola tra i contenuti prioritarie contenuti nell’ambizioso programma di cinque anni, dedicato ai bambini e agli adolescenti svantaggiati presenti nel nostro paese, che Save the Children ha presentato l’11 aprile con il preciso intento di sottrarre un numero consistente di giovani dalla spirale della povertà. La campagna, che si inserisce nel quadro di un più massiccio impegno della Ong in Italia, prevede di rafforzare stabilmente le infrastrutture sociali e di cura per i minori, con particolare attenzione alle aree più deprivate.
Gli ambiti principali di intervento dell’organizzazione che opera per l’utilità sociale saranno la lotta alla povertà minorile, la protezione dei minori a rischio di sfruttamento (come i minori stranieri non accompagnati), una maggiore connessione con il mondo dell’istruzione, l`uso delle nuove tecnologie e la tutela dei minori nelle emergenze. Una particolare attenzione sarà dedicata ai minori che vivono nel Meridione, con l`attivazione di un programma specifico di intervento ‘Crescere al Sud’.
Secondo Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italiam, la salvaguardia delle nuove generazioni è un punto imprescindibile per un paese che vuole figurare tra i più civili e avanzati del mondo. “L`Italia del 2012 – ha spiegato Neri – non può continuare a lasciare in coda alle sue priorità i più piccoli e a tollerare che un bambino su quattro sia a rischio povertà: un paese che non pensa all`infanzia e non ne tutela, promuove e garantisce adeguatamente i diritti, è un paese che uccide il suo futuro e la speranza. Per questo, tanto più in un momento di crisi quale l`attuale, bisogna riscoprire e ritrovare un impegno forte, chiaro e deciso in favore dei bambini e degli adolescenti che vivono sul nostro territorio“.
Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children, ha sottolineato che tutte le attività “prevedono la partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi”, attraverso momenti alternati “di comunicazione e sensibilizzazione”. Rimane ora da attendere la pubblicazione degli eventi che si realizzeranno per attuare l’ambizioso programma dell’organizzazione internazionale indipendente. Con la speranza che nel frattempo anche le istituzioni facciano la loro parte: anche perché solamente un’organizzazione, benché internazionale e dalle grandi possibilità, non può sopperire alle manchevolezze dello stato sociale inadeguato o privo delle risorse necessarie. Soprattutto quando scarseggiano le strutture di base, come le scuole, le attrezzature ed il personale preparato per operare in ambienti disagiati.  
Alessandro Giuliani

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