Nel 2012, sono stati 3.600 gli attacchi di vario tipo per impedire ai bambini l’accesso all’educazione, tra i quali si contano violenze, bombardamenti di scuole, reclutamento dei minori in gruppi armati, torture e intimidazioni contro bambini e insegnanti sfociate in morti o ferimenti gravi. Questi alcuni dei dati diffusi oggi dal nuovo rapporto di Save the Children sull’impatto che i conflitti armati hanno sull’educazione, elaborato dall’organizzazione in collaborazione con l’Education for All Global Monitoring Report dell’Unesco.
Nel rapporto si legge che continua a peggiorare la situazione in Siria, dove si concentra oltre il 70% dei 3.600 attacchi del 2012: nei mesi passati, 3.900 scuole siriane sono state distrutte, danneggiate o occupate per fini diversi da quelli educativi. Nel Sud est asiatico e nell’Africa sub-sahariana la problematica della lontananza dai banchi investe soprattutto le bambine. Anche in alcuni Paesi del Sud America l’allarme è sempre acceso soprattutto per il reclutamento di ragazzi e ragazze nei corpi armati. ”In alcune delle aree piu’ critiche del mondo, l’educazione è per i bambini l’unica possibilità per avere un futuro migliore” dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia ”Gli attacchi per impedire loro di andare a scuola evidenziati nel nostro rapporto si traducono in un furto perpetrato del loro futuro, un saccheggio di opportunità che dovremmo invece offrirgli per scoprire e valorizzare il loro potenziale. Le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri, non campi di battaglia dove i bambini sono vittime di crimini orrendi. Questo e’ un prezzo che i minori pagheranno per tutta la loro vita”. ”Le guerre arrestano il progresso, ogni anno impediscono a milioni di bambini di sedere tra i banchi di scuola” dichiara Pauline Rose, Direttore del Global Monitoring Report ”La nostra analisi dimostra che i bambini allontanati dai sistemi educativi a causa delle guerre rischiano di essere dimenticati. Molti di loro non completeranno mai il ciclo di studi, e saranno segnati a vita, fisicamente e psicologicamente”
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