Ad un anno di distanza dalle due terribili tragedie avvenute nel Mediterraneo il 3 e l’11 ottobre 2013, Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e a promuovere i loro diritti in tutto il mondo, ed impegnata in Italia, dal 2008, in attività e interventi di supporto e assistenza dei minori stranieri in arrivo via mare, fa un bilancio dell’anno trascorso per quanto riguarda la loro accoglienza e protezione.
Sono più di 24 mila i bambini e gli adolescenti giunti via mare in Italia dall’8 ottobre 2013, un numero cinque volte maggiore rispetto a quello del 2011 (4.599), l’anno segnato dal grande esodo per le primavere arabe. Di questi, circa 12.300 sono arrivati senza genitori e adulti di riferimento. Sono minori con un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, ma anche di 12 e 13 anni, che giungono principalmente da Eritrea, Egitto e Somalia.
Cosa è cambiato in questo ultimo anno rispetto alla loro condizione?
L’operazione Mare Nostrum è senz’altro da annoverare tra i dati positivi di questo ultimo anno, ed ha contribuito in modo significativo a salvare migliaia di vite a rischio, anche se non è riuscita ad evitare del tutto il ripetersi di tragedie nel Mediteranno, dove hanno perso la vita anche donne e bambini.
Le condizioni di accoglienza sulla terraferma non hanno tuttavia registrato un miglioramento. Alla chiusura del CPSA di Lampedusa, con le condizioni inaccettabili in cui vivevano i profughi, ha corrisposto l’apertura di “tante piccole Lampedusa” sull’isola siciliana che ripropongono i problemi di mancanza condizioni minime di qualità dell’accoglienza già sperimentate drammaticamente nell’Isola.
In particolare, la “nuova Lampedusa” per i minori soli non accompagnati oggi si chiama, ad esempio, ex Scuola Verde di Augusta, dove in più di cento ragazzi sono fermi in alcuni casi da 3 o 4 mesi, in una struttura dichiarata in precedenza inagibile, abbandonati a se stessi durante le ore notturne, quando può accadere di tutto.
Una situazione gravissima e inaccettabile che necessita un intervento immediato da parte delle istituzioni. Le Autorità locali si trovano ripetutamente a dover individuare da sole e in emergenza strutture spesso improvvisate, come questa o come il Pala Spedini a Catania, o il Pala Nebiolo a Messina, ma anche parrocchie o bed&breakfast, nella totale assenza di un sistema integrato di accoglienza e protezione.. I minori soli non accompagnati si trovano così sottoposti ad ulteriori sofferenze, dopo quelle già vissute in lunghi viaggi affrontati da soli tra violenze di ogni tipo, e sono esposti un’altra volta, anche qui da noi, a gravi rischi di sfruttamento o sicurezza personale.
La mancanza di un sistema di prima accoglienza adeguato si riscontra nel numero degli allontanamenti dei minori dalle strutture.
Sono oltre 3.000, quasi uno su 3, i minori che si sono allontanati nel 2014 da queste strutture, per la sfiducia accumulata in mesi di attesa o per proseguire il loro viaggio verso altri paesi in cui sanno di poter trovare condizioni migliori. E’ evidente che questi minori che si rendono “invisibili” rischiano di essere facile preda di circuiti di sfruttamento sessuale, lavorativo, nei circuiti della criminalità organizzata.
Proprio con la volontà di evitare il moltiplicarsi di queste situazioni nei diversi luoghi di sbarco che comprendono oggi Sicilia, Calabria, Puglia e anche Campania, e riguardano un numero sempre maggiore di minori, Save the Children ha sviluppato nel 2013 la prima proposta di legge organica per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati, che prevede la creazione di un sistema strutturato con la necessaria copertura economica e standard di accoglienza adeguati e garantiti.
“E’ passato esattamente un anno da quando i rappresentanti dei principali partiti politici di maggioranza e opposizione hanno presentato in Parlamento la proposta di disegno di legge organica C. 1658, messa a punto da Save the Children assieme ad un gruppo di parlamentari, che prevede la creazione di un sistema strutturato con la necessaria copertura economica e standard di accoglienza minimi garantiti. E’ indispensabile che si arrivi subito all’approvazione di questa legge, che è ora in discussione presso la I° Commissione, per evitare che altre migliaia di minori, che dovrebbero essere protetti e sostenuti nel loro percorso, vengano invece abbandonati per settimane o mesi, senza un vero supporto, e corrano i gravi rischi di cui abbiamo purtroppo una sempre maggiore evidenza,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Non è accettabile che di fronte ad una crescente sofferenza per centinaia di migliaia di persone venga invece ridotto lo sforzo e l’impegno da parte dell’Europa.
Save the Children è presente sulle coste del Sud Italia dal 2008, e opera in collaborazione con UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees), IOM (International Organization for Migation) e Croce Rossa Italiana nell’ambito del progetto Praesidium, coordinato dal Ministero dell’Interno e finanziato dal Ministero dell’Interno Italiano e dall’Unione Europea