Save the Children ha pubblicato l’ultimo agghiacciante rapporto sui Minori non Accompagnati, MSNA, che racconta che sono oltre 103.000 i bambini, adolescenti e preadolescenti che, via mare, sono arrivati in Italia in 10 anni, con una media di 15mila presenze annue. È quanto emerge dal rapporto di Save the Children: “ci siamo trovati come di fronte un mare in tempesta abbiamo deciso di tracciare una rotta più ampia, concentrandoci anche su quello che succede dai minuti successivi allo sbarco in poi a un ragazzo straniero solo”, dicono i ricercatori di Save the Children, con “103.842 storie ognuna diversa dall’altra, accomunate da viaggi impegnativi, spesso tremendi”.
Il rapporto mette in luce un’accoglienza spesso non adeguata e la necessità di una distribuzione uniforme delle strutture sul territorio e della promozione dell’affido familiare. Al 31 dicembre 2022, secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, erano 20.089 le presenze di minori non accompagnati nei centri di accoglienza. Tra le nazionalità più ricorrenti, quella egiziana (24,4%), anche con molti infra 14enni, quella tunisina e afghana.
Dai Paesi dell’Est Europa, come Romania e Albania, tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, al grande esodo dei minori afgani, con l’inizio del conflitto nel 2001, in Italia arrivano moltissimi ragazzi egiziani e tunisini e la guerra in Siria ha fatto fuggire migliaia di persone; a tutti loro si sono affiancati i flussi di minorenni provenienti da Paesi dove sono segnalate violazioni dei diritti umani fondamentali, come Eritrea, Etiopia, Somalia, Congo, Guinea, Costa D’Avorio, Nigeria e Bangladesh.
I minori non accompagnati sono una presenza regolare in Italia, eppure – si evince dal rapporto – non sono mai nati i centri governativi di prima accoglienza previsti dalla legge e anche i Centri di Accoglienza Straordinaria, che dovrebbero rappresentare la soluzione di ultima istanza. I numeri parlano chiaro: al 31 dicembre 2021 erano solo 519 posti, risulta quindi evidente che l’intento di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo è stato via via disatteso, sino a concentrare in Sicilia e in Calabria la quasi totalità dei CAS minori attivi a fine 2021.
Il team di ricerca di Save the Children, che ha realizzato il rapporto “Nascosti in piena vista – Frontiera Sud” ha condotto la ricerca nei mesi estivi del 2022 nei luoghi di sbarco, nei punti nevralgici della Calabria – regione nella quale il 2022 è stato un anno senza precedenti in termini di arrivi con almeno 1200 minori soli, della Sicilia (capoluoghi e paesi di provincia da Messina a Catania, da Pozzallo ad Agrigento e Palermo) e dell’isola di Lampedusa, punto di approdo con i numeri più alti di tutto il bacino europeo.
Nel solo 2021 nei Paesi di ingresso UE, secondo i dati raccolti dalla onlus, – Grecia, Italia (10.053), Bulgaria, Spagna, Cipro e Malta – sono stati registrati in arrivo 17.200 minori non accompagnati, ovvero il 71% di tutti i minorenni, compresi quelli arrivati con le famiglie, che hanno fatto ingresso in Europa. Nel 2021 Germania (73.245) e Francia (25.750) hanno registrato il maggior numero di richieste di asilo da parte di minori, in Italia le domande di minori sono state 11.569.
Il numero delle strutture dedicate alla prima accoglienza dei minori è in costante riduzione, questo determina il prolungamento della permanenza presso gli hotspot o in strutture temporaneamente dedicate allo scopo presso le aree di sbarco. Il Cara di Crotone, gli hotspot di Pozzallo e Lampedusa, a causa del sovraffollamento, della promiscuità, delle condizioni igienico-sanitarie precarie, risultano luoghi totalmente inadeguati e non sicuri per i minori soli e le giovani donne.
E dopo il superamento dei 30 giorni previsti per legge, prima di accedere alle comunità, molti di loro scompaiono: sono molti minori che decidono di allontanarsi autonomamente dalle strutture di prima accoglienza per raggiungere altre città o altri Paesi, rimanendo – come il titolo del rapporto di Save the Children recita – “nascosti in piena vista”.
Nonostante le regole imposte dal Regolamento di Dublino sui confini – Ventimiglia, Claviere, Trieste, Bolzano, in Italia, Calais, i paesini dei Pirenei e le città di confine tra Francia e Germania – la rete di passeur è visibile, infatti gli operatori dei centri di accoglienza per minori vedono e sanno quanto accade e segnalano alle istituzioni ragazze e ragazzi che si allontanano. Le ragazze e le bambine sono esposte a rischi aggiuntivi: alla fine del 2022 erano 2.988 le ragazze minorenni arrivate da sole accolte nei centri di accoglienza, ma presto entrano nei percorsi “forzati”, legati al circuito dello sfruttamento.
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