Tra i danni che la pandemia sta causando ai più piccoli, c’è anche la chiusura delle mense scolastiche. Sono tante le famiglie infatti che hanno subìto una grave perdita da quando le mense hanno chiuso i battenti, secondo Save the Children almeno 160mila bambini in Italia hanno difficoltà, venendo a mancare loro l’unico pasto della giornata. Ci sono genitori che assicuravano ai propri figli del cibo e che adesso non possono permetterselo.
La riapertura delle scuole fa ben sperare e visto che si parla di tenerle aperte anche d’estate, si chiede di fare lo stesso anche con le mense, soprattutto dei territori in difficoltà. Un’altra proposta avanzata dall’organizzazione internazionale che si occupa dei bambini è quella di mettere cucine in tutte le scuole, creando occupazione e promuovendo una vera educazione alimentare. Quest’ultimo aspetto si lega al problema dell’obesità (9% dei bambini, il 20% in sovrappeso) e del cibo spazzatura di cui si nutrono molti bambini stando a casa. C’è poi un altro dato che riguarda gli edifici scolastici in Italia che hanno una mensa (solo 10.598 su 40.160, Sicilia ultima).
La pandemia, come detto, è stata un danno in tutto il mondo. Secondo Unicef e Programma Alimentare Mondiale, nei paesi poveri sono andati perduti 39 miliardi di pasti scolastici con conseguenze su 370 milioni di bambini. In Italia povertà alimentare è sinonimo di cattiva alimentazione o malnutrizione. Alcuni genitori, sono costretti a portare a tavola prodotti di bassa qualità per i propri figli. Le famiglie in povertà assoluta sono oggi più di due milioni. Il Sud rimane l’area a maggiore povertà assoluta, ma il Nord ha fatto registrare l’incremento più significativo con 218 famiglie in più entrate in povertà. La presenza di figli minori in casa peggiora il quadro.
Per tutti questi motivi, la scuola rappresenta la speranza non solo nel futuro ma anche nel presente.
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