Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Itala-Europa di Save the Children, ha commentato i dati diffusi dal “Rapporto Invalsi” e ha sottolineato che anche quest’anno bisogna registrare una correlazione tra il livello socio economico e culturale del contesto familiare degli studenti con gli esiti scolastici e la presenza di gravi disuguaglianze territoriali.
Inoltre, ha ancora precisato Save the Children, si è noto che le disuguaglianze tendono ad aumentare al crescere dei gradi scolastici, e il divario va preso in seria considerazione compreso l’invito formulato dal Presidente di Invalsi a non sottovalutare i “campanelli di allarme” già presenti nelle scuole primarie che pure, nel loro complesso, presentano i risultati migliori.
Aggiunge la direttrice di Save the Children: “I dati Invalsi evidenziano il fatto che in Italia bambine, bambini e adolescenti che partono in condizioni di svantaggio subiscono in modo netto le differenze di opportunità educative nei territori dove vivono, con un impatto sui risultati scolastici. La frenata degli effetti negativi della pandemia sull’apprendimento è una notizia incoraggiante che può essere un nuovo punto di partenza per la scuola”.
“Proprio a partire dai servizi educativi per la prima infanzia è urgente definire piani territoriali di potenziamento dell’offerta educativa dando vita a vere e proprie “aree ad alta densità educativa”, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, concentrando gli sforzi e gli investimenti – a partire dal PNRR – sui territori più deprivati. È un intervento indispensabile per assicurare a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti la possibilità di far fiorire i propri talenti e costruire liberamente il proprio futuro”.
Le prove Invalsi 2022 hanno coinvolto oltre 920.000 allievi della scuola primaria, circa 545.000 studenti della scuola secondaria di primo grado e poco più di 953.000 di studenti della scuola secondaria di secondo grado.
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