Home Attualità Save the Children: “Un bambino su tre usa il cellulare tutti i...

Save the Children: “Un bambino su tre usa il cellulare tutti i giorni”

CONDIVIDI

Breaking News

April 23, 2025

  • Papa Francesco diceva ai docenti: aiutate gli alunni difficili che fanno perdere la pazienza 
  • Papa Francesco in una traccia alla maturità 2025? Ecco perché è poco probabile 
  • Bullismo e cyberbullismo, al via il monitoraggio: due rilevazioni per studenti e docenti 
  • La maestra su Onlyfans è stata licenziata: “Un papà ha comprato le mie foto e le ha diffuse. Non si campa con 1200 euro” 

Ennesima indagine di Save the Children, in occasione del lancio della campagna sull’educazione digitale, per promuovere “un accesso pieno, competente e sicuro alla rete”, e contenuti nel brief “Educare al digitale. Dati utili per adulti consapevoli”.

Nella campagna è inserita una “guida” con consigli utili per genitori e insegnanti e divisa per le diverse fasce d’età: 5-8 anni, 9-11 anni e 12-14 anni, su come stare accanto a bambine, bambini e adolescenti nelle loro esperienze sulla rete, quali regole e buone pratiche introdurre, come consigliarli nell’impostare i propri account social e proteggere le identità online. Ma anche altri approfondimenti e informazioni importanti che riguardano le responsabilità per le grandi piattaforme dettate dal Digital Services Act e il ruolo della scuola e dell’alleanza scuola-famiglia. 

Dall’indagine si scopre che in Italia circa un bambino su tre trai 6 e i 10 anni (il 32,6%) usa lo smartphone tutti i giorni e con una netta prevalenza al Sud e nelle Isole, dove la quota sale al 44,4% contro il 23,9% del Nord.

 Il 62,3% dei preadolescenti (11-13 anni) ha almeno un account social: il 35,5% ne ha uno su più social e un ulteriore 26,8% soltanto uno. 

Dichiara la Direttrice generale di Save the Children: Bambini, bambine e adolescenti crescono oggi in una dimensione onlife, in cui il mondo materiale e quello digitale si intrecciano, ma ciò non significa che abbiano gli strumenti necessari per rapportarsi consapevolmente con l’universo online. La rete, infatti, può rappresentare una straordinaria opportunità di apprendimento e socializzazione,  ma anche nascondere rischi di fronte ai quali i ragazzi non possono essere lasciati soli. I divieti da soli rischiano di rivelarsi inefficaci e addirittura controproducenti, e potrebbero spingere i minori verso spazi digitali più rischiosi e meno regolamentati, oltre che scoraggiare un dialogo tra adulti e minori sulla vita online”.

 Da qui il determinante ruolo dei genitori e degli adulti di riferimento per un utilizzo sicuro e critico e per la prevenzione di rischi come il cyberbullismo e altre forme di violenza perpetrate on-line. 

“Allo stesso modo, come i recenti tragici casi di cronaca hanno reso evidente, è fondamentale l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità a scuola, che affrontino temi come il rispetto dell’altro, il consenso, l’identità di genere, l’orientamento sessuale, perché ragazze e ragazzi possano vivere in modo sano le relazioni, sia nell’ambiente fisico che in quello digitale”. 

Infine, il cyberbullismo rappresenta uno dei rischi che bambine, bambini e adolescenti possono incontrare online. Nel 2024 i casi di cyberbullismo trattati dalla Polizia Postale sono aumentati del 12%, passando dai 284 del 2023 ai 319 dello scorso anno. La fascia d’età più colpita è quella tra i e 14 e i 17 anni che, con 220 casi trattati, costituisce il 68,9% dei casi trattati 4 . Nello stesso anno sono stati 2.809 i casi di pedopornografia online trattati dalla Polizia Postale, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Preoccupa anche la crescita del numero di casi di adescamento di minori online, che sono stati 370 (con un aumento del 5% rispetto al 2023). La fascia d’età più colpita è quella tra i 10 e i 13 anni (il 55,7% dei casi) .

A 11 anni, il 15,6% delle ragazze e il 14,1% dei ragazzi fa un uso problematico dei social, mentre la vita online dei ragazzi abbraccia anche l’universo dei videogame. Tra i preadolescenti maschi, l’84% scarica giochi online (75% tra le ragazze). Al crescere dell’età, tra i 14 e i 16 anni, il gaming coinvolge ancora l’81% dei ragazzi ma scende al 64% tra le ragazze.

In Italia emergono però significativi divari territoriali: se nel Nord Ovest la quota di studenti di terza media che non ha raggiunto le competenze digitali minime è stata dell’8%, nel Nord Est e al Centro del 9%, al Sud sale al 17% e nelle Isole al 32%.

Per quanto riguarda le fasce di età più alte, secondo i dati Eurostat10, il 55,8% dei 16-19enni in Italia raggiunge le competenze di base o superiori, a fronte del 66,5% della media UE, con una percentuale migliore tra le ragazze (58,8% rispetto al 53% dei ragazzi), ma registrando ancora – come nel caso degli studenti di terza media – un divario tra Nord (59,7%) e Sud (50,6%).