Ma gli atenei meridionali sarebbero pure danneggiati dal dimensionamento e dalla sovrapposizione di corsi che ne riducono produttività e ricerca, per cui l’obiettivo della ministra sarebbe quello di programmare da subito, per il 2014, un turnover minimo del 20% per tutti. Una percentuale che se applicata potrebbe portare all’assunzione di 19 nuovi docenti in più alla Federico II, 14 a Catania, 11 a Bari, 10 a Palermo, 8 a Messina, 5 alla Sun e così via.
Ma vorrebbe pure applicare un nuovo meccanismo di valutazione che tenga conto del cosiddetto «sforzo fiscale». Un conto, infatti, è chiedere e incassare quote di iscrizione in un’area ricca come la Lombardia, un altro è raggiungere il medesimo gettito per studente in Campania o in Calabria, le due regioni d’Italia con il Pil più modesto.
L’intento quindi sarebbe di attuare una «revisione del rapporto con il finanziamento pubblico e la definizione di limiti ai contributi e alla possibilità di aumento degli stessi, anche in rapporto alle condizioni economiche dello studente e della famiglia».
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